SUMMA (CGIL) SU INDENNITÀ MEDICI DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE
17.10.2017
ore 17:14
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AGR
“E' alquanto singolare la modalità con la quale si sta trattando la questione della restituzione delle indennità dei medici di continuità assistenziale” fa sapere Angelo Summa, Segretario Generale Cgil Basilicata in una nota inviata alla stampa.
“Ritengo sbagliata” continua Summa, “semplicistica e per certi aspetti sbrigativa la scelta della regione di procedere tout court alla richiesta di restituzione delle indennità in precedenza erogate, senza il seppur minimo tentativo di difendere il suo precedente operato e manifestando in tal modo poco rispetto per l'importante servizio che svolgono i medici di continuità assistenziale nell'ambito del servizio sanitario regionale, garantendo la continuità assistenziale attraverso la loro presenza capillare nelle aree del nostro difficile territorio.
La Regione Basilicata, infatti, ritenendo illegittima la remunerazione definita nel relativo Accordo Integrativo regionale, si è limitata ad adeguarsi ai rilievi avanzati dalla Corte dei Conti, del tutto discutibili e assolutamente contestabili nel merito sulla base di una basilare considerazione: le somme contestate sono somme dovute al personale medico in virtù di una contrattazione di secondo livello in cui sono state riconosciute e definite indennità legate allo svolgimento di funzioni proprie dell'’ attività medica ( rischio per il lavoro notturno spesso in sede disagiate , uso de mezzo proprio). Indennità del tutto legittime, legate alle oggettive condizioni di lavoro e allo svolgimento di prestazioni in particolari condizioni non contemplate dall' accordo nazionale e dunque demandate alla contrattazione integrativa. Il tutto nel rispetto dei cardini che sorreggono la contrattazione e l’utilizzo delle risorse in ambito di negoziale per particolari condizioni di disagio .
Ai rilievi sollevati dalla Corte dei Conti, bene avrebbe fatto la Regione, e bene farebbe, se precisasse l’origine delle indennità di cui si eccepisce la legittimità , chiarendo così tutti gli aspetti interpretativi e nel contempo definendo, in nuovo accordo, la giusta rispondenza di tali indennità.”
“Si congeli”, conclude Summa, “la decisione di procedere al recupero delle indennità erogate aprendo da subito un tavolo di confronto sindacale con tutte le parti firmatarie dell'accordo integrativo in questione e riconoscendo ai medici di continuità assistenziale quanto dovuto alla pari di altri dirigenti medici dipendenti del servizio sanitario regionale”.
bas 02
“Ritengo sbagliata” continua Summa, “semplicistica e per certi aspetti sbrigativa la scelta della regione di procedere tout court alla richiesta di restituzione delle indennità in precedenza erogate, senza il seppur minimo tentativo di difendere il suo precedente operato e manifestando in tal modo poco rispetto per l'importante servizio che svolgono i medici di continuità assistenziale nell'ambito del servizio sanitario regionale, garantendo la continuità assistenziale attraverso la loro presenza capillare nelle aree del nostro difficile territorio.
La Regione Basilicata, infatti, ritenendo illegittima la remunerazione definita nel relativo Accordo Integrativo regionale, si è limitata ad adeguarsi ai rilievi avanzati dalla Corte dei Conti, del tutto discutibili e assolutamente contestabili nel merito sulla base di una basilare considerazione: le somme contestate sono somme dovute al personale medico in virtù di una contrattazione di secondo livello in cui sono state riconosciute e definite indennità legate allo svolgimento di funzioni proprie dell'’ attività medica ( rischio per il lavoro notturno spesso in sede disagiate , uso de mezzo proprio). Indennità del tutto legittime, legate alle oggettive condizioni di lavoro e allo svolgimento di prestazioni in particolari condizioni non contemplate dall' accordo nazionale e dunque demandate alla contrattazione integrativa. Il tutto nel rispetto dei cardini che sorreggono la contrattazione e l’utilizzo delle risorse in ambito di negoziale per particolari condizioni di disagio .
Ai rilievi sollevati dalla Corte dei Conti, bene avrebbe fatto la Regione, e bene farebbe, se precisasse l’origine delle indennità di cui si eccepisce la legittimità , chiarendo così tutti gli aspetti interpretativi e nel contempo definendo, in nuovo accordo, la giusta rispondenza di tali indennità.”
“Si congeli”, conclude Summa, “la decisione di procedere al recupero delle indennità erogate aprendo da subito un tavolo di confronto sindacale con tutte le parti firmatarie dell'accordo integrativo in questione e riconoscendo ai medici di continuità assistenziale quanto dovuto alla pari di altri dirigenti medici dipendenti del servizio sanitario regionale”.
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