Apicoltura
Ulteriori Approfondimenti
L’ "apicoltura" ovvero la conduzione zootecnica delle api, considerata a tutti gli effetti attività agricola ai sensi dell'articolo 2135 del codice civile, è disciplinata a livello nazionale dalla L. 313/2004 che la riconosce come attività di interesse nazionale utile per la conservazione dell'ambiente naturale, dell'ecosistema e dell'agricoltura in generale finalizzata a garantire l'impollinazione naturale e la biodiversità di specie apistiche, con particolare riferimento alla salvaguardia della razza di ape italiana.
Per apicoltore si intende la persona fisica o giuridica, iscritta all’anagrafe apistica, di cui al decreto del Ministro del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali del 4 dicembre 2009, proprietaria o detentrice di uno o più apiari, che conduce gli alveari ai sensi della Legge n. 313/2004 e nel rispetto della normativa vigente in materia di polizia sanitaria; in Basilicata, i nostri apicoltori e le loro associazioni riconosciute, si avvalgono del sistema informatico della Banca Dati Apistica Regionale (BDR), istituita secondo le modalità definite dal predetto decreto mentre la disciplina relativa alla registrazione ed aggiornamento degli apiari è regolamentata conformemente al Manuale operativo per la gestione della Anagrafe Apistica Nazionale (procedure di attuazione del decreto 4 dicembre 2009 – Disposizioni per l'anagrafe apistica nazionale) allegato al D.M. 11 agosto 2014. Tale disciplina stabilisce che chiunque detiene e conduce alveari o esercita l’attività di apicoltore professionista è tenuto a dichiarare l’inizio dell’attività di apicoltura, accedendo in BDR e a richiedere l’assegnazione di un codice identificativo univoco su tutto il territorio nazionale che sarà assegnato dal servizio veterinario dell’ASL territorialmente competente; da ciò segue l’obbligo per tutti gli apicoltori sia amatoriali che professionali, di aggiornare annualmente la consistenza e la dislocazione degli apiari posseduti nel periodo compreso tra il 1° novembre ed il 31 dicembre di ogni anno (censimento annuale). Anche nel caso in cui non vi siano state variazioni nella consistenza rispetto ai dati inseriti nell’ultimo censimento, o qualora gli stessi dati siano stati inseriti in un periodo diverso, è obbligatorio confermare le informazioni già registrate.
Si ricorda, altresì che chiunque contravvenga all’obbligo di denuncia della detenzione di alveari o di comunicazione della loro variazione all’Anagrafe Apistica in occasione del censimento annuale può incorrere in sanzioni previste dalla Legge 28 luglio 2016 n 154, art. 34 comma 2.
La Regione Basilicata, in attuazione del Regolamento UE 1308/2013, sostiene il settore apistico, pubblicando annualmente un bando per l’accesso ai finanziamenti previsti da un Sottoprogramma regionale con validità triennale secondo le disposizioni del Decreto MIPAAF n. 2173 del 25 marzo 2016 e delle Istruzioni Operative AGEA n. 41 del 09/07/2019. Nel bando, si procede alla ripartizione delle risorse finanziarie assegnate alla Regione Basilicata con Decreto ministeriale MIPAAF in funzione del numero di alveari denunciato in BDR individuando le azioni oggetto di sostegno finanziario di concerto con i rappresentanti delle organizzazioni del settore operanti in regione ovvero: Associazione degli apicoltori lucani, Consorzio regionale di tutela e valorizzazione del miele lucano, OP Conapi Basilicata. Si sottolinea dunque l’importanza della registrazione oltre che per attività di controllo relative alle problematiche sanitarie delle api, anche per il calcolo dei contributi che il Ministero delle Politiche Agricole destina annualmente alle Regioni per il settore apistico.
L’apicoltura è una realtà produttiva in costante espansione che interessa tutto il territorio regionale seppure con caratteristiche che riflettono differenti condizioni ambientali e sociali.
Dal censimento 2020 si registrano in Basilicata oltre 1240 apiari con un patrimonio apistico di 20.300 alveari posseduti da 506 apicoltori, di cui il 70% è costituito da piccoli apicoltori che producono soprattutto per autoconsumo, il restante 30% è rappresentato da apicoltori professionisti e i loro prodotti sono destinati alla commercializzazione.
Se si fa riferimento alla numerosità degli alveari, la provincia di Potenza è sicuramente la più significativa rappresentando ben il 77% del totale degli alveari censiti in regione.
Circa il 45% degli alveari è gestito in forma nomade.
La quasi totalità degli apicoltori lucani è indirizzata verso la produzione di miele, anche se non è da trascurare l’attenzione che essi pongono verso altri prodotti dell’alveare: propoli, cera, pappa reale, polline, allevamento di api regine. Il variegato repertorio mellifero, desumibile dalla “Carta dei mieli della Basilicata” è garantito dalla disponibilità nel nostro territorio di tante essenze arboree e floreali, in essa sono indicate più di 20 varietà di miele, tra cui alcuni rari come il miele di edera, rovo, timo, trifoglio, rosmarino ed edera.
Le altre tipologie di miele prodotto in Basilicata sono i mieli di acacia, castagno, eucalipto, melata, agrumi, millefiori di montagna, che costituiscono il ventaglio del “miele lucano” riconosciuto anche come prodotto agroalimentare tradizionale.
Ai sensi della Legge Regionale del 3 maggio 1988 n. 15, in corso di revisione, è istituito l’elenco regionale degli apicoltori lucani alla cui iscrizione si procede secondo le istruzioni e la modulistica che è possibile scaricare dalla sezione “Cosa fare”.