Cerealicolo

Cerealicolo
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La coltivazione dei cereali interessa una superficie di circa 159.000 ha, il 72% dei quali, pari a oltre 115 mila ettari, è occupata dal grano duro.
La restante superficie  è destinata prevalentemente alla coltivazione dell’orzo ( 17.185 ha), dell’avena ( 16.950 ha) e del grano tenero ( 6.952 ha); altri cereali ( mais, segale, sorgo, ecc.) occupano circa 3.000 ha (Annuario dell’agricoltura italiana 2019-Crea).
Le aziende interessate, secondo l’ultimo censimento Istat sono 23.177.
La produzione complessiva  è di oltre 4.290.000 quintali per un valore della PLV di oltre 110 milioni di euro, con un’incidenza di circa il 10% dell’intero settore primario lucano.
La produzione di grano duro si attesta intorno ai 3.270.000 quintali per un valore della granella di oltre 81 milioni di euro.
Da un punto di vista della tecnica colturale adottata, prevalentemente è orientata alla massima sostenibilità; infatti diffusa è la rotazione colturale con colture miglioratrici, secondo i principi dell’agricoltura integrata e biologica. In espansione la tecnica della non lavorazione del terreno con la semina su sodo.
Si evince, da questi pochi dati, che il comparto è strategico da un punto di vista occupazionale, socio-economico, della gestione del territorio, e rappresenta un elemento identitario del territorio e della cultura regionale.
Le politiche regionali sono orientate al miglioramento della competitività dell’intero comparto, con particolare riferimento alla filiera grano duro-pasta, puntando al miglioramento della qualità, all’introduzione delle innovazioni nei processi di produzione, al recupero e valorizzazione della biodiversità e delle varietà storiche e sull’aggregazione orizzontale e verticale tra gli operatori della filiera.
La produzione cerealicola infatti alimenta una serie di filiere tra le quali primeggiano quelle legate alla produzione di pasta, presente con diversi marchi di qualità e di pane, nell’ambito della quale spicca il Pane di Matera a marchio IGP.
In crescita l’importanza dell’orzo grazie alla presenza dello stabilimento Agroalimentare Sud S.p.A. di trasformazione dell’orzo in malto da birra commercializzato con il marchio ®Italmalt apprezzato da importanti multinazionali della produzione di birra.