POTENZA (POPOLARI UNITI) SU CRISI CAPOLUOGO DI REGIONE

punti apici 16.03.2015 ore 16:05
AGR
AGR Un presente difficile, un orizzonte basso e scuro: la comunità potentina vive una crisi che è sia economica sia morale. Ma ci sono storie che possono ridare speranza.

“Non è la prima volta – racconta Antonio Potenza, coordinatore dei Popolari uniti della Basilicata – che noi potentini ci troviamo a tu per tu con una situazione difficile. E ricordo molto bene una situazione simile, per certi versi ancora più dura. Negli anni Settanta, questa città si trovò ad affrontare una serie di problemi assai complicati”.

Potenza rievoca quello scenario di quaranta anni fa, che ha vissuto come cittadino ma anche come amministratore.

“Il capoluogo – rammenta Potenza – era in profonda crisi. A cominciare dall’amministrazione: il Comune non aveva risorse. Erano anni difficili per tutto il Paese, da tempo non arrivavano sufficienti risorse dallo Stato centrale. Sotto le finestre del Municipio, in piazza Sedile, stazionava quotidianamente una folla di persone che protestavano, giorno e notte, sotto la pioggia o il sole, per problemi drammatici, primo fra tutti quello degli alloggi”.

“Potenza – prosegue nel racconto – non riusciva a diventare una vera città. C’erano tantissime case sfitte, fatiscenti, che nessuno aveva i soldi per rimettere in sesto. I servizi latitavano. I disoccupati erano tanti. L’amministrazione cercava di rimediare alle situazioni più gravi, operava anche attraverso l’Eca, ossia l’Ente comunale di assistenza. Ma alla fine si riusciva a mettere cerotti su piaghe che avevano bisogno di ben altre cure”.

E fu allora che la politica seppe prendere in mano la situazione e, insieme ai cittadini, reagire.

“Quando si temeva di non riuscire più a ritrovare il bandolo della matassa – ricorda Antonio Potenza dei Pu – ci fu un concorso di fattori che concorsero a risollevarsi: lo Stato centrale che decise di essere più generoso, la politica locale che cercò e trovò soluzioni condivise perché Potenza si avvicinasse di più al ruolo di città che le competeva e infine i cittadini che fecero la loro parte. In qualche maniera, quegli anni Settanta furono superati nonostante, da tempo, non si riuscisse a vedere uno spiraglio”.

“E così – dice Potenza – mi auguro con tutto il cuore che accada anche oggi. La politica deve però ritrovare il suo compito di indirizzare la cosa pubblica, di evitare sprechi, di non cedere continuamente alla tentazione dei settarismi e del clientelismo. La battaglie da combattere non sono le scaramucce interne ai partiti ma quelle utili ad avere una città più efficiente, al servizio della comunità. Magari capace anche di supportare l’importante appuntamento di Matera 2019. Allo stesso tempo, i cittadini devono smetterla di vedersi come ‘clienti’ e acquisire una coscienza più radicata, più forte, più generosa”.

“In fondo – conclude l’esponente dei Popolari uniti – basta una cosa sola: avere più amore verso Potenza. Il resto viene da solo. In questo modo, ne sono convinto, verremo fuori da questo stato di prostrazione. Ci riusciremo ancora una volta”.

bas 02

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