ASSESSORE LEONE: “TEST PRENATALE NON INVASIVO PER LE DONNE LUCANE”
12.07.2019
ore 15:43
L’iniziativa punta a valorizzare il percorso nascita nelle strutture sanitarie regionali, consentendo alle gestanti di evitare il ricorso inappropriato a test diagnostici invasivi come l’amniocentesi
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AGR
Dal prossimo mese di settembre, il laboratorio specialistico di Genetica medica dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera, in accordo con il Centro di riferimento regionale di Medicina fetale e diagnosi prenatale dell’Ospedale San Carlo di Potenza e le unità operative di Ostetricia e ginecologia che operano sul territorio, garantirà il test di screening prenatale non invasivo (Nips), utile per individuare gravidanze ad alto rischio di anomalie cromosomiche attraverso un semplice prelievo di sangue materno.
“Le donne lucane – dichiara l’assessore alla Salute e Politiche sociali, Rocco Leone, dopo l’approvazione nella seduta di giunta di questa mattina della delibera che introduce il Nips nel sistema sanitario regionale – potranno finalmente eseguire questo test di screening nelle nostre strutture pubbliche, evitando il ricorso inappropriato a pratiche diagnostiche più impegnative che in qualche raro caso possono procurare anche l’aborto. In questo modo, come sottolinea il Ministero della Salute, ci andiamo ad allineare agli altri Paesi europei e la Basilicata diventa la prima regione italiana ad offrirlo gratuitamente a tutte le donne in gravidanza che presentano un rischio intermedio di anomalie cromosomiche, desunto dal precedente esame di screening combinato”.
Il test, basato su specifiche tecniche molecolari, consente di esaminare, a partire dalla decima settimana di gestazione, la probabilità di riscontrare nel feto problematiche collegate al numero di cromosomi, quali la sindrome di Patau, la sindrome di Edwards e la sindrome di Down.
“La Basilicata – aggiunge Leone – deve valorizzare ulteriormente il percorso nascita in tutte le strutture sanitarie, comprese quelle situate nelle aree periferiche, rendendole sempre più a misura di donna. Sono convinto che questa opportunità legata al test di screening prenatale verrà giudicata positivamente anche dalle mamme residenti nella zona del vulture-melfese che stanno apprezzando l’impegno del governo regionale finalizzato al rilancio del Punto nascita di Melfi”.
“Le donne lucane – dichiara l’assessore alla Salute e Politiche sociali, Rocco Leone, dopo l’approvazione nella seduta di giunta di questa mattina della delibera che introduce il Nips nel sistema sanitario regionale – potranno finalmente eseguire questo test di screening nelle nostre strutture pubbliche, evitando il ricorso inappropriato a pratiche diagnostiche più impegnative che in qualche raro caso possono procurare anche l’aborto. In questo modo, come sottolinea il Ministero della Salute, ci andiamo ad allineare agli altri Paesi europei e la Basilicata diventa la prima regione italiana ad offrirlo gratuitamente a tutte le donne in gravidanza che presentano un rischio intermedio di anomalie cromosomiche, desunto dal precedente esame di screening combinato”.
Il test, basato su specifiche tecniche molecolari, consente di esaminare, a partire dalla decima settimana di gestazione, la probabilità di riscontrare nel feto problematiche collegate al numero di cromosomi, quali la sindrome di Patau, la sindrome di Edwards e la sindrome di Down.
“La Basilicata – aggiunge Leone – deve valorizzare ulteriormente il percorso nascita in tutte le strutture sanitarie, comprese quelle situate nelle aree periferiche, rendendole sempre più a misura di donna. Sono convinto che questa opportunità legata al test di screening prenatale verrà giudicata positivamente anche dalle mamme residenti nella zona del vulture-melfese che stanno apprezzando l’impegno del governo regionale finalizzato al rilancio del Punto nascita di Melfi”.
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