APPROVATO DDL PER LA TUTELA DELLA PASTORIZIA E TRANSUMANZA
11.06.2021
ore 13:28
Fanelli: “A queste attività sono legati saperi, cibi di alto valore e tradizioni popolari e storiche lucane”
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L'assessore Fanelli
AGR
Riconoscere, tutelare e valorizzare la pastorizia e la transumanza come patrimonio regionale, poiché tali attività rappresentano un presidio permanente e insostituibile sull’intero territorio lucano e svolgono una importante funzione strategica per la tutela dell’ambiente, del paesaggio e delle produzioni agroalimentari. Con queste finalità, la Giunta regionale, su proposta del vicepresidente e assessore alle Politiche agricole e forestali, Francesco Fanelli, ha approvato il disegno di legge “Norme di disciplina, tutela e valorizzazione della pastorizia e della transumanza presidii del territorio lucano”.
In Basilicata si contano circa novantamila bovini, duecentomila ovini e cinquantamila caprini, in oltre cinquemila aziende, spesso condotte da giovani, che allevano in forma estensiva, allo stato brado e semibrado, soprattutto nelle zone di montagna, interne e svantaggiate, dove costituiscono un argine allo spopolamento e una risorsa preziosa per mantenere la coesione territoriale.
“La pastorizia e l’allevamento estensivo rappresentano tipologie produttive che rispondono ai grandi obiettivi posti dalla comunità internazionale: combattere la desertificazione, non consumare suolo, risparmiare acqua, tutelare gli ecosistemi e la biodiversità. È una storia antica che ritrova oggi tutta la sua contemporaneità – afferma il vicepresidente Fanelli - in questa particolare fase di transizione verso attività produttive rispettose della salute del pianeta. Grande interesse vi è anche nei confronti della pratica della transumanza, recentemente riconosciuta patrimonio Unesco, la quale coinvolge ogni anno in Basilicata circa diecimila bovini e centocinquanta allevatori, che si spostano dalle montagne dell’Appennino lucano alle cosiddette ‘marine’, viaggiando lungo le storiche vie tratturali, un reticolo viario di notevole significato storico e culturale”.
La Regione riconosce la figura dell’allevatore custode del territorio, ossia l’imprenditore agricolo singolo o associato che esercita l’attività agricola e che pratica l’allevamento estensivo allo stato brado, semibrado o in forma transumante, assicurando il benessere animale e rispettando l’ambiente e il patrimonio naturalistico regionale. Il pastore assolve una funzione sociale, territoriale e ambientale; da qui, la proposta di istituire un apposito elenco regionale e di realizzare una rete delle aziende zootecniche, anche georeferenziata.
“Considerato il rilevante peso economico del settore zootecnico e della pastorizia, la Regione già interviene a sostegno di queste attività mediante l’adozione di diversi provvedimenti quali, ad esempio – conclude l’assessore Fanelli - il miglioramento genetico del bestiame, le attività di assistenza tecnico-veterinaria e gli interventi oggetto di finanziamento o da finanziare nell’ambito del Programma di sviluppo rurale. Dunque, la disciplina proposta con questo disegno di legge costituisce il giusto corollario e completamento di un’azione amministrativa già in corso che punta a preservare e valorizzare le pratiche produttive legate a saperi, cibi di alto valore e tradizioni popolari e storiche lucane ”.
In Basilicata si contano circa novantamila bovini, duecentomila ovini e cinquantamila caprini, in oltre cinquemila aziende, spesso condotte da giovani, che allevano in forma estensiva, allo stato brado e semibrado, soprattutto nelle zone di montagna, interne e svantaggiate, dove costituiscono un argine allo spopolamento e una risorsa preziosa per mantenere la coesione territoriale.
“La pastorizia e l’allevamento estensivo rappresentano tipologie produttive che rispondono ai grandi obiettivi posti dalla comunità internazionale: combattere la desertificazione, non consumare suolo, risparmiare acqua, tutelare gli ecosistemi e la biodiversità. È una storia antica che ritrova oggi tutta la sua contemporaneità – afferma il vicepresidente Fanelli - in questa particolare fase di transizione verso attività produttive rispettose della salute del pianeta. Grande interesse vi è anche nei confronti della pratica della transumanza, recentemente riconosciuta patrimonio Unesco, la quale coinvolge ogni anno in Basilicata circa diecimila bovini e centocinquanta allevatori, che si spostano dalle montagne dell’Appennino lucano alle cosiddette ‘marine’, viaggiando lungo le storiche vie tratturali, un reticolo viario di notevole significato storico e culturale”.
La Regione riconosce la figura dell’allevatore custode del territorio, ossia l’imprenditore agricolo singolo o associato che esercita l’attività agricola e che pratica l’allevamento estensivo allo stato brado, semibrado o in forma transumante, assicurando il benessere animale e rispettando l’ambiente e il patrimonio naturalistico regionale. Il pastore assolve una funzione sociale, territoriale e ambientale; da qui, la proposta di istituire un apposito elenco regionale e di realizzare una rete delle aziende zootecniche, anche georeferenziata.
“Considerato il rilevante peso economico del settore zootecnico e della pastorizia, la Regione già interviene a sostegno di queste attività mediante l’adozione di diversi provvedimenti quali, ad esempio – conclude l’assessore Fanelli - il miglioramento genetico del bestiame, le attività di assistenza tecnico-veterinaria e gli interventi oggetto di finanziamento o da finanziare nell’ambito del Programma di sviluppo rurale. Dunque, la disciplina proposta con questo disegno di legge costituisce il giusto corollario e completamento di un’azione amministrativa già in corso che punta a preservare e valorizzare le pratiche produttive legate a saperi, cibi di alto valore e tradizioni popolari e storiche lucane ”.
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