Ospedale di Tinchi, conferenza stampa del Pd

Per Viti l’obiettivo del Pd e della maggioranza è di “difendere ogni presidio, e quindi quello di Tinchi, di garantire un futuro prevedendo per ognuno specifiche funzioni fra loro integrate, all’interno del sistema sanitario regionale”

“Un necessario chiarimento su una questione delicata quale quella della vicenda dell’ospedale di Tinchi, e un’occasione per ribadire un utile modello di discussione, quello del confronto”. E’ con questo intento che il Pd in Consiglio regionale ha organizzato la conferenza stampa tenutasi oggi, alla quale hanno preso parte, il presidente del gruppo Vincenzo Viti, i consiglieri Marcello Pittella, Luca Braia, Pasquale Robortella, e Giuseppe D’Alessandro.

Il consigliere Viti, nel prendere la parola, ha portato il saluto dei consiglieri Gennaro Straziuso e Vincenzo Santochirico, non presenti per impegni istituzionali assunti precedentemente e quella del segretario regionale del Pd, Roberto Speranza, che “ha pienamente condiviso la filosofia dell’incontro”. Viti ha ribadito che l’obiettivo del Pd, e quindi della maggioranza, è di “difendere ogni presidio, e quindi quello di Tinchi, di garantire un futuro prevedendo per ognuno specifiche funzioni fra loro integrate, all’interno del sistema sanitario regionale”. “Nel concetto di difesa – ha sottolineato il consigliere – vi è una logica evolutiva, di dinamismo. Una logica ben delineata nella mozione da noi sottoscritta e presentata nei giorni scorsi in Consiglio regionale, tesa a rinforzare le scelte compiute dal Governo regionale, 'scelte urgenti e coerenti che il dibattito consiliare dovrà, il più possibile, orientare verso un modello coraggioso di innovazione e di riforma dentro un organico Piano regionale della salute'”.

“L’impegno che abbiamo chiesto alla Giunta – ha dichiarato Viti – è di definire l’ospedale di Tinchi come una risorsa strategica, raccordare la funzione del presidio sia a quello di Policoro, sia a quello di Matera, nonché agli Ospedali di Tricarico e di Stigliano, chiamati ad assolvere ad una significativa funzione di centri di riferimento dell’assistenza ospedaliera nell’area della cronicità”. “La posizione del Pd rispetto alla questione Tinchi – ha ancora affermato il capogruppo – è rimasta inalterata, nessun passo indietro, nessuna rettifica rispetto al documento presentato in Aula”.

E’ intervenuto, poi, il consigliere regionale Marcello Pittella, per rimarcare il valore del confronto su una questione delicata e importante come quella sanitaria e per ribadire la volontà del Pd che è quella di “non chiudere nessuna struttura ma di dare una precisa mission ad ognuna di essa. Programmare una funzione specifica per ogni presidio è la scelta più giusta, quella che può offrire valide chance al nostro quadro sanitario. Non possiamo pensare di dare un pronto soccorso ad ogni territorio, non ce la possiamo fare”.

Anche Luca Braia ha posto l’accento su quello che è l’impegno della forza di governo e della maggioranza “di mettere in campo azioni che portino ad una riforma nei vari settori, di programmare misure capaci di portare risultati concreti, di qualificare la spesa rendendola efficiente. Le azioni devono avere un senso di cambiamento, che non deve avvenire sulla spinta di una protesta, seppur condivisa”.

“L’ospedale di Tinchi – ha dichiarato il consigliere Giuseppe Dalessandro – non va smantellato, ma sicuramente preservato in un’ottica di una più generale riorganizzazione del sistema sanitario.
Utilizzando il confronto, valido strumento di comunicazione, non solo con chi protesta, ma con chi è impegnato in azioni di programmazione, si potrà mettere in atto una strategia che dia dignità e prestigio ad ogni presidio ospedaliero”.

Nel concludere la conferenza stampa, il capogruppo Viti ha ringraziato il Pd di Pisticci che “ha saputo con intelligenza politica seguire la protesta senza farsi stritolare” ed ha voluto ricordare l’impegno chiesto alla Giunta regionale, e formalizzato con la seconda mozione (primo firmatario Rocco Vita, insieme a numerosi consiglieri della maggioranza) di “ridefinire, entro il 31 dicembre, l’articolazione del sistema sanitario regionale, che salvaguardi i presidi territoriali esistenti, tenendo conto sia delle compatibilità finanziarie rivenienti da vincoli nazionali, sia da una nuova concezione dei servizi sanitari che privilegi il rapporto con il territorio”.

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