CASO CLAPS, LIBERA BASILICATA: LA STORIA NON E' FINITA

(ANSA) – POTENZA, 18 MAR – “Non possiamo fermarci al ritrovamento del corpo perché abbiamo paura che la logica del rinvenimento dei resti per alcuni possa significare 'finitela con questa storia'. Noi non facciamo silenzio. Anzi le nostre domande si moltiplicano”: lo ha detto, in una dichiarazione, il sacerdote don Marcello Cozzi, coordinatore di Libera Basilicata, riferendosi alla vicenda del ritrovamento di resti che apparterrebbero al cadavere di Elisa Claps. Cozzi ha espresso fiducia nel lavoro degli investigatori attualmente all'opera: “Quelli di 17 anni fa ci lasciano molti dubbi e molte perplessità su come hanno svolto il loro lavoro. Chi è stato? Chi lo ha coperto? Chi lo ha aiutato a trasportare il corpo? E nel caso in cui l'omicidio fosse stato consumato direttamente lì sopra, chi ha aiutato l'assassino a coprire l'omicidio? E' impensabile che in 17 anni nessuno abbia messo piede in quella stanza. Sono tante le domande che vorremmo fare ma lasciamo il compito agli inquirenti. Se il cadavere da un lato ci permette di dire che Elisa riposa in pace, dall'altro agita i nostri animi affinché la magistratura faccia finalmente luce e giustizia. Da ieri i responsabili non sono più in pace e non dormono più sonni tranquilli. Questo voler continuare a tenere i riflettori accesi è perché non vogliamo che accada quello che è successo allora quando dopo la scomparsa tutti ne parlarono e poi i riflettori si spensero avvolgendo nel buio Elisa e la sua verità. Questo nostro parlare – ha concluso don Cozzi – è il fiore che adagiamo sulla tomba di Elisa”. (ANSA).

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