“L’introduzione dell’emendamento che rinvia a fra cinque anni l’applicazione delle legge elettorale che elimina il listino è stato il siparietto finale di una legislatura che ha raggiunto apici di comicità elevatissimi.Abbiamo assistito ad un’operetta durata cinque anni e l’epilogo non poteva essere migliore”. E’ quanto dichiarato dal presidente del gruppo regionale di Alleanza nazionale verso il Pdl e coordinatore provinciale, Antonio Tisci.
“Avevamo eliminato il listino all’unanimità in Consiglio regionale non più di un mese fa – ricorda Tisci – discutendo di democrazia e partecipazione, lanciandoci in voli pindarici sulla legittimità del volo, ogni consigliere regionale ha parlato come se si trattasse di un intervento all’Assemblea costituente, citando giuristi e politologi, richiamandosi ai principi sommi della democrazia e della libertà. E’ bastata una minaccia – sottolinea Tisci – di impugnativa alla Corte Costituzionale per fare marcia indietro. Una marcia indietro caratterizzata dalla paura di un ricorso, di una bocciatura della legge elettorale e di una tornata elettorale sub iudice. Ed è stata proprio la paura, insieme con la frammentazione della maggioranza, una delle grandi costanti di questa legislatura che doveva essere costituente e che, invece, è stata di transizione. Questa legislatura – aggiunge il consigliere – si conclude con una maggioranza composta da 22 consiglieri regionali su 30, una maggioranza in grado, in teoria, di approvare qualsiasi riforma, di compiere qualsiasi scelta coraggiosa ma che, in realtà, non è stata in grado neanche di mettere mano allo Statuto della Regione, alla riforma della Governance e a tutte quei cambiamenti che sono stati annunciati. Una maggioranza schiava della sua eccessiva grandezza numerica che ha prodotto una piccolezza politica”.
“L’ultimo Consiglio regionale – afferma Tisci – quello che nella notte scorsa ha reintrodotto il listino, è stato il segnale evidente di questo stato comatoso che ha caratterizzato l’azione di Governo. Il sottoscritto, insieme con i colleghi Napoli, Mollica e Falotico ha votato contro questa legge farsa, con la ferma richiesta di andare a votare con la riforma elettorale approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. Il resto del Consiglio ha approvato una legge farsa e lo ha fatto in un’atmosfera surreale. Alcuni pezzi del Partito democratico hanno dichiarato apertamente che se si deve fare marcia indietro sulla legge elettorale è perché non si è messo mano alla riforma dello Statuto e che se non si è messo mano alla riforma dello Statuto è perché la maggioranza di cui fanno parte non è stata in grado di governare e di riformare, ma soltanto di gestire l’ordinaria amministrazione. L’Udc – continua Tisci – nuova alleata del centrosinistra in Basilicata, ha parlato apertamente di fiera dell’ipocrisia, scatenando così l’ira dello stesso Partito democratico che ha ricordato il trasformismo di qualche esponente dello stesso partito di Casini. Il risultato di questa discussione è stato che la legge elettorale che ha abrogato il listino è stata introdotta con tanto di dichiarazione di urgenza, ma la sua applicazione è rinviata di 5 anni e, quindi, si voterà con il listino”.
“Insomma – conclude Tisci – tutto all’insegna del peggior doroteismo e alla faccia dell’onestà nei confronti degli elettori e dei cittadini. Ma del resto, l’importante per qualcuno è rimanere a galla e se, poi, non si fanno le riforme, non si governa, non si decide, è solo un problema dei cittadini”.