“La crisi aperta nel Pdl, e che mi vede da sempre a fianco di Gianfranco Fini non è certo il risultato delle vicende delle ultime settimane ma ha una lunga storia alle spalle. Una storia che è segnata da tanti tentativi di riallacciare un confronto e un dialogo, soprattutto tra “falchi” e “colombe” ai quali, in alcuni casi, ho partecipato direttamente, e che sono naufragati per l’accelerazione impressa dai “falchi”. Lo ha dichiarato il senatore Egidio Digilio commentando la spaccatura consumatasi all’interno del Popolo delle Libertà.
“Scotta innanzitutto l'appiglio individuato per mettere nell'angolo i "finiani" attraverso l'articolo 48 dello statuto del partito che consente la sospensione per “gravi motivi” degli associati aprendo un provvedimento disciplinare”.
“Uno strumento – ha aggiunto Digilio – che esprime la concezione di un partito che non condivido. Un partito non è una caserma ma un’associazione di uomini e donne liberi”
Ancora, “un partito non è un’azienda ma l’esatto contrario: è un’associazione che si cura degli interessi degli altri, della società, del paese, degli avversari politici. Un partito non è una lobby che rappresenta interessi di parte. E questa vale ancor di più per un grande partito a vocazione maggioritaria che vuole parlare alla maggioranza del paese. Un grande partito deve avere il coraggio talvolta di guardare anche al di là della sua parte, di certo – ha aggiunto Digilio – non può essere il paravento di interessi nemmeno di parte ma personali.
E infine, un partito non è proprietà privata di nessuno”.
“Per questo ho sempre ritenuto che il fatto che dentro uno stesso partito ci siano punti di vista diversi possa rappresentare una ricchezza da coltivare, pur all’interno di una necessaria sintesi, capace di contenere e rappresentare visioni e progetti che stanno nel Paese”.
Di qui “la necessità di formare la nuova classe dirigente (non solo come elemento generazionale), con un duplice obiettivo: quello di favorire il processo di innovazione nella cosa pubblica e, dall'altra, quella di diffondere un sistema di valori condivisi, affinché ciascuno si senta partecipe di una medesima comunità nazionale: appunto "innovazione e patriottismo repubblicano”.
Ed è questo il mio percorso politico, in parte avviato da qualche mese con i Circoli Generazione Italia sul territorio e su quelli tematici e quelli aperti in web che hanno registrato adesioni e consensi anche al di fuori del Pdl, percorso che continuerò insieme ai tanti dirigenti, consiglieri regionali, provinciali, comunali, amministratori, sindacalisti, che anche in Basilicata hanno deciso di condividere la strategia di Gianfranco Fini, tenendo fede al patto con gli elettori lucani del centrodestra”.
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