“Senza un recupero sostenuto dei tassi di attività femminili e giovanili, soprattutto nel Mezzogiorno, i rischi di povertà sembrano
inevitabilmente destinati a crescere nel tempo. E’ questo il messaggio che ci trasferisce lo Svimez insieme al compito prioritario, affidato alle istituzioni e alla politica, di lavorare per un nuovo modello regionale di welfare”. A sostenerlo è il coordinatore provinciale di Potenza del’ApI (Alleanza per l’Italia), Magda Cornacchione.
“Se il nostro Paese si distingue per i ritardi e le incoerenze nel percorso di riforma del Welfare, che ha coinvolto molti paesi dell’Europa occidentale dagli anni ’90 in poi, questa situazione – aggiunge l’esponente di ApI – si ripercuote in maniera più grave sulle regioni del Sud. In particolare, per quanto riguarda i ritardi in materia di lotta alla povertà estrema, l’Italia è tuttora uno dei pochi paesi europei a non avere misure universali di integrazione dei redditi per garantire uno standard di vita essenziale. A livello regionale, invece, il Programma di Cittadinanza Solidale nelle prime annualità di attuazione – continua l’esponente dell’ApI – ha sicuramente assolto ad alcune funzioni per tamponare il disagio sociale sia pure limitatamente ad una platea ristretta a poche migliaia di nuclei familiari e sicuramente è risultato più efficace del “bonus famiglia” e dalla “card” per i pensionati al minimo voluti dal Governo. Ma come dimostrano i dati allarmanti che vedono oltre il 20% dei cittadini residenti in Basilicata rinunciare a prestazioni e servizi per la salute per motivi economici e nel 12% rinunciare ad acquisti alimentari, questa misura non è più sufficiente a garantire l’insieme di tutele sociali di cui c’è assoluto bisogno specie nei centri più piccoli e tra le famiglie numerose monoreddito o peggio ancora con disoccupati. Per questo il “pacchetto” di azioni che intende mettere in campo la Giunta Regionale attraverso il “Quoziente famiglia” può rappresentare un’iniziativa da sperimentare il più rapidamente possibile. Con il “Quoziente familiare” sarà dato un canale di accesso prioritario alle famiglie numerose, più esposte al rischio di impoverimento, o che hanno al loro interno situazioni particolari, quali la presenza di anziani, invalidi o disabili, affetti da dipendenza da alcool o da droghe, o reclusi in un istituto penitenziario. Gli aiuti concessi punteranno all’acquisto di servizi per la conciliazione lavoro/famiglia, al sostegno del mutuo per l’acquisto della prima casa o del fitto, all’ aiuto per l’acquisto di libri scolastici, per gli abbonamenti autobus e per servizi di consulenza familiare. Dunque un primo passo verso quel modello di nuovo welfare regionale che auspichiamo si possa realizzare anche con il contributo, per noi determinante, della cooperazione sociale e del volontariato”.
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