«Basilicata in tir» ha fatto tappa a Salerno. E' l'inizio dell’evento itinerante che, anche quest'anno, promuove il territorio lucano in giro per l’Italia. Ad attendere la carovana “made in Basilicata”, in movimento con il tir che porta oggetti, profumi e sapori lucani, il presidente dell'associazione culturale Giustino Fortunato, Rocco Risolia, e una delegazione in rappresentanza degli oltre duecento iscritti al sodalizio lucano.
Una comunità, quella dei lucani a Salerno, che – nonostante la vicinanza dalla terra d'origine – si dà un gran da fare per mantenere salde le proprie radici e il rapporto con la propria storia. Mantenere le origini diventa una maniera per affermare la propria specificità: le memorie, le tradizioni, il senso delle appartenenze. Già lo scorso anno la comunità lucana di Salerno ha vissuto con grande coinvolgimento l’arrivo di «Basilicata in tir», e ha fatto crescere il desiderio di tornare con maggiore frequenza in questa Basilicata dietro l’angolo.
L’associazione dei lucani a Salerno è nata nell’aprile del 1996 per iniziativa dell’avvocato Paolo Carbone, originario della cittadina di Grumento Nova. Attualmente il presidente del circolo è Rocco Risolia. L'associazione è impegnata in numerose iniziative culturali, che hanno come comune denominatore l'affermazione delle proprie origini e della propria cultura, ma in un'ottica di integrazione con il tessuto culturale, sociale ed economico della realtà campana nella quale hanno trapiantato le loro esistenze.
Dal 2001 l'associazione pubblica un periodico (“Il Basilisco”) per dare voce ai lucani fuori. «Inizialmente è nato come un foglio di notizie, una sorta di feuilleton – spiega il presidente Risolia – poi dal 2004 abbiamo aumentato il numero della pagine e abbiamo trasformato il nostro giornale in uno veicolo di cultura che affronta tematiche sociali e che non si rivolge solo ai lucani, ma coinvolge anche la comunità salernitana». Così «Basilicata in tir» ha costituito l'occasione per riaffermare questo bisogno di lucanità. Questa appartenenza che non rende estranei dai contesti nei quali ci si trova a vivere, a lavorare, a relazionarsi, ma che – per i lucani – rende unica e particolare questa esperienza.
(A.S.-BAS01)