LA TAVOLA DIVENTA LUOGO DELL'INCONTRO FRA DIVERSI

La tavola diventa il luogo della comunità, dell'inclusione, dell'incontro fra diversi, del superamento di svantaggi e disabilità ereditati dalla vita. Ha avuto anche questo profondo significato «il pranzo della domenica», un appuntamento realizzato nel segno dell'accoglienza e della solidarietà che si è rinnovato, anche quest'anno, al ristopub Hurricane, a Pantano di Pignola, per iniziativa dell'associazione italiana persone down (Aipd). Accanto alla sfida fra fornelli e leccornie, anche il piacere di trascorrere momenti di socialità insieme ad altra gente, con il contributo di giovani attori comici che, tra una portata e l'altra, hanno regalato battute e sorrisi con le loro frizzanti esibizioni.

Ma quella che si propone è un'idea di solidarietà non astratta. L'obiettivo è una concretissima integrazione lavorativa. Una forma di inserimento che punta ad assicurare una piena autonomia alle persone colpite dalla sindrome di Down. Con l'iniziativa della sezione di Potenza dell’associazione italiana persone Down si punta infatti a inserire nel settore della ristorazione giovani cuochi. I ragazzi protagonisti hanno avuto modo di dimostrare, proprio con questo «pranzo della domenica», quello che sono capaci di fare. E non è stato poco. Si è trattato dunque di un pranzo dalla forte caratterizzazione sociale che si propone di evidenziare che non soltanto i cosiddetti normodotati hanno titolo e capacità per mettersi alla prova in attività lavorative e creative. Così l'iniziativa diventa anche un invito a eliminare pregiudizi, a modificare l'approccio culturale nei confronti dei portatori di handicap. Si propone come messaggio rivolto alle aziende e ai soggetti pubblici e privati a tenere conto di questa evidenza e ad agire conseguentemente con azioni concrete.

E l'inserimento sociale dei ragazzi affetti da sindrome di Down non può considerarsi un obiettivo scontato, al di là degli impegni di circostanza che si ripetono in occasioni più o meno formali. La realtà è cosa ben ddiversa e amara. Basta guardare quanto emerge da una indagine del coordinamento nazionale delle associazioni che si occupano della persone Down: su un campione di 1167 maggiorenni colpiti dalla sindrome, lavora soltanto uno su dieci con un regolare contratto. Un altro otto per cento è invece impegnato in tirocini formativi.

(A.S.-BAS 01

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