“Prima di coltivare il futuro, come sa bene ogni agricoltore, si pensa a seminare per la stagione in corso e a verificare cosa c’è ancora in magazzino della stagione passata. Il seminario di presentazione del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 promosso per domani, con il Consiglio regionale che non ha più alcuna funzione istituzionale, invece, risponde solo all’esigenza della Giunta regionale di propaganda futura, in vista delle elezioni regionali”. E’ il commento del consigliere regionale Franco Mattia (Fi-Pdl) per il quale “dopo un’analoga conferenza-seminario che si è tenuta solo qualche giorno fa a Pantanello di Metaponto non c’era alcun bisogno di una seconda parata della Giunta per presentare il contenuto del Psr che è già arcinoto come dimostrano, del resto, i primi bandi diffusi. Dispiace, dunque, dover constatare un utilizzo dei soldi della Regione per iniziative che, a soli 50 giorni dalle elezioni, non possono garantire alcun confronto reale, perché non ci sono le condizioni minime del sereno confronto, mentre siamo ancora in attesa di ricevere la completa rendicontazione del Psr del sessennio precedente per verificare come sono state impegnate e spese ingenti risorse finanziarie residue”.
“Il settore agricolo – aggiunge Mattia – viene da anni di pesante crisi dovuta a vari fattori (calamità naturali, forte calo dei prezzi sui campi, scelte di Politica Agricola Comunitaria troppo spesso penalizzanti le produzioni tipiche del Sud) e necessita di misure straordinarie da coniugare con misure ordinarie. La Giunta e la maggioranza di centrosinistra hanno la grande responsabilità di non essere state capaci di attuare il più volte promesso riordino degli Enti di propria competenza e degli organi di assistenza tecnica e di servizi agli agricoltori. I forti ritardi accumulati dall’Arbea nell’erogazione degli aiuti comunitari sono stati duramente pagati dai produttori agricoli, mentre né l’Alsia né i Consorzi di bonifica sono all’altezza delle esigenze. E il presidente De Filippo solo alla vigilia della campagna elettorale ha annunciato la riduzione delle tariffe irrigue, una misura che si poteva prendere da qualche anno. Perciò, se vogliamo veramente parlare del futuro dell’agricoltura lucana – continua – non possiamo prescindere dall’utilizzo oculato ed efficace dei fondi europei per utilizzare le ultime occasioni (prima della fuoriuscita dall’Obiettivo uno) di rilanciare l’agricoltura, di favorire il ricambio generazionale e per l’attuazione dei tanti programmi di tutela dei prodotti tipici e di qualità (con il marchio lucano) e per la zootecnia. Al mondo agricolo lucano servono meno conferenze e seminari, meno Tavoli Verdi, riunioni e progetti di carta e più azioni concrete sul doppio fronte della riduzione dei costi a carico delle aziende e di incentivi per investimenti e nuova occupazione bracciantile”.