“Dalla riunione di Scanzano Jonico del Comitato di Sorveglianza del PO FESR 2007-2013 è emerso con chiarezza il grande limite dell’attività di spesa dei fondi comunitari che abbiamo da tempo denunciato: prima che i progetti diventino cantieri e quindi posti di lavoro trascorrono anche tre anni”. E’ il commento del segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma, ricordando che secondo i dati diffusi la spesa, al 30 aprile, del PO FESR 2007-2013 riguarda per il 57 per cento investimenti in infrastrutture (67 meuro). Inoltre, si segnala una lentezza nell’attuazione degli accordi di Programma relativi ai Pisus sia di Potenza che di Matera, nei bandi per i Pois, (77 interventi di edilizia scolastica, 18 interventi per infrastrutture socio-sanitarie con un impegno finanziario di circa 18 meuro), nell’attuazione del Piano stralcio Difesa del rischio idrogeologico (4 meuro). La Feneal continua a sostenere – dice Palma – che bisogna tornare a discutere con concretezza della manutenzione del territorio e di quella modernizzazione delle infrastrutture che servono alla Basilicata e al Mezzogiorno. Servono perciò progetti chiari, in tempi definiti, con il contributo delle forze sociali e, soprattutto, sarebbe auspicabile una volontà bipartisan capace di condurli in porto per il bene della Basilicata e del Paese”. Per la Feneal diventa essenziale pertanto la metodologia della “concertazione per progetti”, puntando ad un nuovo modo di realizzare confronti costruttivi e concreti, che siano in grado di definire un percorso anche negoziale con tempi, risorse e modalità ben definite e che abbiano come oggetto la modernizzazione della Basilicata. Pensiamo che snellire le procedure tecniche, amministrative e burocratiche per dare risultati efficaci alla spesa dei fondi comunitari – aggiunge Palma – debba diventare una priorità per tutti gli enti pubblici appaltanti. La capacità di utilizzo delle risorse finanziarie europee, da parte della Regione Basilicata, è indiscutibile ma non basta impegnare i soldi per evitarne il disimpegno se poi non si aprono i cantieri in quelli che sono comunemente definiti “tempi europei”. Se il Mezzogiorno continua ad essere una delle aree europee piu' difficili dal punto di vista dello sviluppo economico come conferma il Rapporto del Ministro Fitto – conclude il segretario Feneal – è soprattutto dalle infrastrutture che si deve partire per superare lo storico gap. Di qui l’attesa per sbloccare i Fondi Fas e per il tante volte annunciato dal Governo Piano per il Sud”.
(bas – 04)