IL PREMIO LETTERARIO BASILICATA ENTRA NELLE SCUOLE

Nuova iniziativa del Circolo Culturale “Silvio Spaventa Filippi” di Potenza. Il Premio letterario Basilicata entra nelle scuole portando tra i banchi gli autori dei libri che hanno ricevuto l’ambìto riconoscimento. Lo ha spiegato il presidente del Circolo, Professor Santino Bonsera, affermando che “il Premio intende non concludere la propria attività con la serata di premiazione, bensì continuare nel corso dell’anno invitando i vincitori a presentare e a parlare delle proprie opere premiate”. Si apre così un nuovo ciclo di conferenze che avrà luogo nelle scuole, in particolare negli Istituti Superiori, con il coinvolgimento attivo dei giovani studenti. Primo ospite della scolaresca lucana è stato Elio Veltri, vincitore per la sezione della Saggistica nazionale ed europea con l’opera “Mafia pulita”, Casa Editrice Longanesi, scritto insieme ad Antonio Laudati. L’autore ha incontrato gli studenti di vari Istituti a Genzano, a Villa d’Agri e a Potenza. Nel capoluogo l’incontro si è svolto nell’aula magna dell’Università degli Studi della Basilicata, alla presenza di oltre duecento ragazzi provenienti dal Liceo Scientifico, dall’Istituto Magistrale, dall’IPIAS e dall’ITC. Il tema affrontato da Veltri è di scottante attualità e riguarda l’intero sistema politico, istituzionale ed economico italiano. Attraverso cinque storie vere, tratte da materiali inediti di processi, Veltri e Laudati raccontano la mafia del terzo millennio: quella che conquista i mercati finanziari. Non la mafia che uccide dunque, ma la mafia che compra e che corrompe, quella che si infiltra nelle banche, nei settori della vita pubblica, che reinveste in economia legale denaro proveniente da attività illecite. La denuncia più forte dell’autore è la non conoscenza del problema, a cominciare dal nostro Parlamento, ove non si legge quello che accade nel mondo. Cita a tale proposito il senatore americano John Kerry, presidente di una Commissione del Senato statunitense che si occupa di criminalità organizzata, che ha elaborato un rapporto in cui esamina le cinque mafie più potenti del mondo: cinese, giapponese, russa, italiana e sudamericana. Esse rappresentano la terza potenza economica e mondiale, sono in grado di stravolgere le regole del mercato e possono distruggere la democrazia. “La guerra del terzo millennio è contro le mafie, se si vogliono salvare le democrazie”, ha affermato. In tale fosco e allarmante quadro emerge il ruolo dell’Italia, cui spetta un triste primato perché è stata la prima ad aver elaborato il suo sistema mafioso. Le dimensioni del fenomeno da sole dovrebbero scuotere le coscienze di chi governa il nostro territorio. “Circa un terzo dell’economia prodotta in Italia, ossia il 30-35% della ricchezza, deriva da attività illegale e criminale e sconvolge le regole del mercato” ha detto Veltri. La politica ha delegato il problema alla magistratura e alle forze dell’ordine senza curarsi dei danni che sta cagionando all’intero paese e la magistratura dispone di strumenti, la confisca dei beni e il riciclaggio, che non sono adatti alla sua risoluzione. Il suo saggio scardina inoltre il luogo comune che vede la mafia come un tipico fenomeno del Sud. La ‘ndrangheta invece è ovunque e tanti sono i casi emersi nelle città del Nord come Pavia, Modena, Milano, solo per citarne alcune. Elio Veltri, medico chirurgo di origine calabrese, è stato sindaco di Pavia, consigliere della Regione Lombardia, deputato dell’Ulivo, membro delle Commissioni Affari Istituzionali, Anticorruzione, Giustizia e Antimafia.

(E. B. – BAS01)

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