“Nell’indagine Svimez 2010, il rapporto credito e Mezzogiorno rischia di essere sottovalutato, nonostante sia fondamentale per affrontare i temi dello sviluppo locale, oppure rischia di essere ridotto al progetto della Banca del Mezzogiorno, sul quale il Governo sta lavorando. Ma non può essere questo l’unico strumento specifico di sostegno al credito e allo sviluppo delle regioni meridionali”. E’ quanto afferma il segretario regionale della Dc Giuseppe Potenza rilevando che “Svimez evidenzia la necessità di analizzare la capacità della Banca del Mezzogiorno di finanziare realmente i progetti delle imprese del Sud che portino allo sviluppo del territorio. Uno dei problemi è costituito dai maggiori rischi legati alla clientela, alla fragilità del sistema e alla minore qualità della domanda di credito che il Mezzogiorno offre. Dunque, l'impianto della legge sulla Banca del Sud appare eccessivamente sbilanciato verso la raccolta, e la fiscalità di vantaggio introdotta è rivolta ai risparmiatori, mentre la banca, senza misure di incentivo ad hoc, non avrebbe alcuna convenienza a investire nell'area. Come possibili correttivi vengono suggeriti la detassazione degli utili per i progetti di investimento delle Pmi meridionali, o anche l'emissione di bond garantiti dallo Stato. Inoltre, se la Banca stipulasse convenzioni con i Confidi più strutturati potrebbe accelerare il progetto di concentrazione del settore. Andrebbero anche definiti meglio i rapporti con Banche di Credito Cooperativo e Poste Italiane. Sono questioni che hanno riflessi diretti sull’economia lucana che – dice il segretario della Dc – risente innanzitutto dell’assenza (ad eccezione di pochi istituti di credito cooperativo) di gruppi bancari locali ed amministrati da dirigenti e soci della Basilicata, come accadeva sino agli anni ottanta. Di qui l’esigenza di incoraggiare la costituzione di una Banca della Basilicata di cui esiste da tempo un progetto specifico e di chiedere alla Regione, dopo la liquidazione dell’esperienza fallimentare della Finanziaria Regionale prima e del Mediocredito regionale successivamente che hanno operato sino agli anni novanta, di adeguare la normativa regionale sul credito per dare risposte alle particolari esigenze di specifiche categorie economiche (piccoli e medi imprenditori, agricoltori, artigiani, commercianti) e favorire l’avvio di iniziative di autoimprenditoria giovanile. C’è bisogno inoltre di misure straordinarie di credito a favore delle famiglie alle quali gli istituti bancari operanti in Basilicata da tempo non concedono più prestiti e per quelle indebitate dai mutui casa, oltre che di “prestiti d’onore” per studenti universitari, evitando il forte peso sulle famiglie, e a favore di giovani già laureati che vogliono avviare attività professionali autonome”.
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