“Quando si mettono in atto forme estreme di protesta come sta accadendo nelle ultime ore con gli operai Fiat sull’antica Porta Venosina e dal primo luglio con cittadini giorno e notte sul tetto e nei locali dell’ospedale di Tinchi, la politica e le istituzioni hanno molti interrogativi da porsi in merito ai rispettivi ruoli di impegno e responsabilità”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale, Donato Benedetto (IdV), sottolineando che “le forme di protesta stanno mettendo a rischio la salute dei manifestanti e alimentano una crescente tensione sociale che è compito di tutti ricondurre ad azioni di confronto, dialogo e concertazione tra le parti”.

“Sia nel caso della Fiat, che in quello della direzione dell’Asm – afferma Benedetto – gli atteggiamenti unilaterali e di forzatura non portano da nessuna parte, anzi sono destinati solo ad acuire la tensione e a rendere ancora più estrema la protesta. Come chiediamo ai manager della Fiat di tornare al Tavolo del confronto, lo stesso appello rivolgiamo, per l’ennesima volta, alla dirigenza dell’Asm e all’Assessore regionale alla Sanità, Attilio Martorano. E per la salvaguardia dei servizi ospedalieri di Tinchi mettiamo in guardia: in questa fase di più accesa protesta non si facciano tentativi di smantellamenti di reparti facendoli passare per altro, altrimenti chi lo decidesse dovrebbe assumersene tutte le responsabilità”.

Benedetto, infine, si è detto amareggiato per la “profonda sottovalutazione della questione che si registra, sia da parte dell’assessore Martorano che del presidente De Filippo che, evidentemente, non hanno ancora colto la gravità del clima di tensione a Tinchi e i crescenti consensi e sostegni popolari, di amministrazioni locali, della società civile alla protesta in atto”.