Nel giorno della presentazione ufficiale dei bandi per i tirocini formativi nella pubblica amministrazione il segretario confederale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, ribadisce quanto già dichiarato al momento dell’inserimento di questa azione nelle misure finanziabili dal fondo sociale europeo. “Il provvedimento regionale, dal costo di circa 16 milioni di euro, rappresenta una decisione sbagliata che alletta i giovani disoccupati lucani con il miraggio di una futura occupazione nella pubblica amministrazione e che finirà, al contrario, per allargare ulteriormente la già affollata platea del precariato”. Il dirigente della Cisl afferma che il governo regionale “non ha dato ascolto alle perplessità e alle osservazioni fatte dal sindacato e dalle organizzazioni imprenditoriali per correggere il provvedimento e limarne almeno le storture più evidenti”.
Secondo Gambardella “i tirocini formativi, così come sono configurati, non forniscono alcun significativo credito formativo o punteggio spendibile in futura occupazione, rischiano di essere fortemente diseducativi, accreditando la falsa aspettativa del posto pubblico e sottraendo al contempo la possibilità di indire concorsi veri e propri per coprire i posti vacanti, infine drenano dal settore privato risorse umane qualificate che, se opportunamente incentivate, potrebbero contribuire alla crescita economica delle imprese. Inoltre queste misure – prosegue Gambardella – non servono neanche a contrastare il crescente fenomeno della migrazione giovanile ed intellettuale perché non sono accompagnate da una concreta programmazione di misure di sostegno ad una eventuale successiva occupazione”.
“La Cisl – annuncia Gambardella – vigilerà in ogni caso per evitare che le pubbliche amministrazioni coinvolte adoperino gli stagisti, così come è accaduto in passato con lsu e cococo, per sopperire alle carenze delle rispettive piante organiche e non esiterà a denunciare eventuali abusi. I tirocini formativi – avverte il segretario della Cisl – devono restare percorsi di apprendimento sul campo e non trasformarsi, con la compiacenza di chi è chiamato a vigilare ma non vigila, in lavoro sottopagato, senza diritti e senza contributi”.
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