Libonati(Dec):concordato preventivo per evitare crisi Firema

“La situazione economica ed occupazionale della Firema Trasporti di Tito va valutata con attenzione e necessita di proposte serie per scongiurare la perdita di posti di lavoro e di abbandono del territorio regionale. L’ennesimo stato di crisi di una’azienda nazionale non può continuare ad avere ripercussioni sulle sedi meridionali e su quelle lucane in particolare”.
Lo ha sostenuto il capogruppo dei Democratici e Cattolici della Provincia di Potenza, Vincenzo Libonati a margine dell’incontro che sindacati e delegazione aziendale hanno avuto in Prefettura e durante il quale hanno chiesto un intervento diretto sulla proprietà.
“La situazione dell’azienda è paradossale- sostiene Libonati- poiché mentre si ritarda il pagamento dei salari del mese di giugno e si preannuncia ai lavoratori l’impossibilità a pagare quelli di luglio, si partecipa al bando regionale su Ricerca e Innovazione col fine di recuperare fondi per innovare lo stabilimento. Nel contempo, si dichiara che ci sono elevati standard qualitativi negli stabilimenti del gruppo e che si intende consolidare l’odierna posizione di mercato oltre che intercettare nuove opportunità per sfidare il mercato contando sulle proprie risorse umane. Nulla, dunque, farebbe presagire la carenza di commesse mentre allo stato attuale 800 lavoratori, di cui 145 impiegati a Tito, non sanno se poter contare su un futuro occupazionale. Una preannunciata crisi, quindi, nonostante il gruppo Firema (tra i cui maggiori clienti figura l’Ansaldo Breda di Finmeccanica) abbia chiuso il proprio fatturato 2008 con un positivo di circa 190 milioni di euro”.
Per l’esponente provinciale dei Democratici e Cattolici, in quella che appare l’ennesima sfida alla sconfitta della Basilicata, “la regione è chiamata ad un ruolo di primo piano nella vertenza. Non va dimenticato che il governo regionale versa una quota nazionale per il tratto lucano delle Ferrovie dello Stato ed alla Regione Puglia per il tratto di competenza delle Appulo-Lucane e che, nell’ambito produttivo, lo stabilimento di Tito viene ritenuto eccellente, considerata la fornitura di motori elettici e quadri di smistamento per i vari vagoni cablati poi a Caserta”. Sulla scia di quanto avvenuto in passato con altri stabilimenti, “l’ipotesi più immediata per salvaguardare produzione ed i posti di lavoro- aggiunge Libonati- potrebbe essere quella di ricorrere al concordato preventivo in maniera da bloccare eventuali situazioni debitorie e far procedere regolarmente sia la produzione che il pagamento degli stipendi ai lavoratori”.
Per il capogruppo, a questa mediazione “è chiamata in particolare la Regione Basilicata che non può permettersi di farsi sfuggire ancora una volta opportunità operative e politiche per attrarre o mantenere i siti industriali”.
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