“Per i Comunisti Italiani la ‘questione morale’ è tutt’altro che superata e richiede, innanzitutto, comportamenti etici adeguati che, in parole semplici, significano non accogliere trasformisti e cambiatori di casacca, non premiare gli stessi con incarichi, non stabilire accordi su quella che sarà la nuova Giunta facendo credere che chi è un buon medico può fare l’Assessore alla Sanità e, magari, chi è un buon agronomo farà l’Assessore all’Agricoltura”. E’ quanto sostiene il capogruppo del Pdci in Consiglio regionale, Giacomo Nardiello.
“Tra pochi mesi – ha ricordato Nardiello – ricorrerà il 26esimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer che ci ha lasciato un’eredità pesante. Berlinguer è stato il più tenace sostenitore della ‘questione morale’ che negli anni settanta ha rappresentato una battaglia essenzialmente di civiltà sino a segnare una svolta nella storia del nostro Paese, con il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. E non è un caso che quando si parla di Enrico Berlinguer – ha continuato – si parla, anche, di Aldo Moro e del loro comune, seppur diverso nei fini propri di ognuno, tentativo di spezzare i vincoli allo sviluppo della nostra democrazia difficile. La lezione di Berlinguer oggi serve anche a cercare di capire quali profonde trasformazioni, ma anche quali tragiche amnesie, si siano aperte nella nostra società, e nelle forze politiche, anche della Sinistra in Italia. Il nostro popolo, quello che ci ha dato il sostegno necessario per governare la Regione, chiede in primo luogo segnali di netta discontinuità. Discontinuità, diversità di contenuti come di comportamenti e nessuna tentazione, che sarebbe incomprensibile agli occhi della grande maggioranza del nostro elettorato, di accordi o pasticci con nuovi e vecchi moderati”.
“Chi ci ha votato – ha concluso Nardiello – chiede due cose semplici: unità della coalizione, ma anche incisività nell'azione autenticamente riformatrice. Noi non chiediamo e non chiederemo alcunché che non sia previsto nel programma da adeguare sulla base dei nuovi bisogni sociali, per rinnovare il patto di buongoverno con i lucani”.