Lacorazza ad Ancona interviene a seminario Upi

“Come province italiane da un po’ di anni corriamo sul filo del rasoio, siamo abituati a soffrire ma anche a dimostrare importanti risultati, come per esempio il contributo che stiamo dando al Paese per ridurre la spesa pubblica e per migliorare il patto si stabilità. Abbiamo accettato la sfida del federalismo: quella dell'autonomia e della responsabilità, della qualità e dell'efficacia delle spesa”.
È quanto ha detto il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza intervenendo questa mattina all’Università di Ancona, al seminario organizzato dall’Upi Marche “I Bilanci Provinciali e i vincoli alla spesa”.
Dopo i saluti del Magnifico Rettore dell'Università di Ancona, la presidente dell'Upi Marche Casagrande e i presidenti delle Province di Fermo e di Ascoli Piceno, il presidente Lacorazza, in rappresentanza dell'Upi nazionale, ha sottolineato che “ oggi siamo ad un tornante molto delicato nel quale confermiamo la disponibilità al confronto su quattro punti chiave: arrivare in tempi rapidi all'approvazione della Carta delle Autonomie, il “chi fa cosa” e' elemento essenziale anche per evitare, come ad esempio sulla gestione rifiuti, inutili sovrapposizioni e improprie attribuzioni; pieno rispetto dei principi della Legge 42/2009 per attuare un federalismo che valorizzi l'autonomia e la responsabilità da una parte e la solidarietà dall'altra e che acceleri su fondo di equilibrio e perequazione infrastrutturale; alleggerire il Patto di Stabilità e sbloccare i residui passivi per sostenere gli investimenti e dare fiato all'economia; alleggerire (valutazione prevista solo per le Regioni), infine, i tagli di 500 milioni al 2012 ed evitare che le manovre degli anni successivi producano ulteriori effetti negativi sulla qualità dei servizi sostenuti dalle province”.
“Insomma nei prossimi 6 mesi, il tempo che rimane per l'attuazione della legge 42, saremo determinati nel proseguire il confronto e definire con chiarezza tali questioni, anche perché – ha concluso – in una condizione di scarsa crescita dell'Italia e con un peso ingente del debito pubblico, le autonomie locali di fronte all'incertezza dell'assetto istituzionale ed amministrativo corrono il rischio di dover aumentare la pressione tributaria per garantire, per effetto dei robusti tagli ai trasferimenti statali, un livello minimo di servizi verso i quali i cittadini si mostrano sempre più esigenti”.

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