Eustazio (Cgil Spi): manovra governo colpisce i più deboli

“Il Ministro dell’Economia, presentando al Senato la manovra correttiva, aveva con emozione solennemente affermato: ‘se affonda il Titanic, anche quelli che viaggiano in prima classe non si salveranno.’ Ascoltando quelle parole si era diffusa l’illusione che questa volta il Governo e il suo Ministro avrebbero impostato il provvedimento chiedendo a quelli che nella crisi si sono arricchiti, di fare uno sforzo straordinario di solidarietà per il bene dell’Italia e anche per salvare le loro ricchezze. Leggendo nel dettaglio la manovra, ci si è accorti della distanza siderale tra la dichiarazione del Ministro e i contenuti del provvedimento. Ancora una volta hanno salvato i ricchi ed hanno colpito pesantemente i poveri”. Lo afferma in un comunicato il segretario di Cgil Spi di Matera, Angelo Eustazio.

“Hanno preso quelli che viaggiavano in seconda e terza classe – prosegue – e li hanno affogati coprendoli di tasse e impoverendoli ancora di più. Infatti un pensionato che ha un reddito lordo di 90 mila euro non pagherà neanche un euro di tassa di solidarietà e nessuna tassa di solidarietà è prevista per i redditi dei grandi manager pubblici e privati. Invece per le pensioni medie e basse si abbatte la scure della manovra finanziaria. Dal primo gennaio 2012 saranno rivalutate solo al 70% le pensioni superiori a 18 mila euro lordi mentre verrà congelata completamente la rivalutazione delle pensioni superiori a 31 mila euro lordi. Non c’è differenza di trattamento tra chi ha una rendita pensionistica di 30 mila euro l’anno e chi invece ne ha 90 mila poiché non è previsto alcun meccanismo progressivo nella distribuzione dei sacrifici. Per i pensionandi la manovra colpisce ancora più duramente. Un lavoratore che matura 40 anni di contributi e ha i requisiti per andare in pensione, dal 2012 dovrà ritardare il pensionamento di un mese, che diventeranno due nel 2013 e tre nel 2014; si anticipa al 2013 l’aggancio della pensione all’aspettativa di vita, per cui ci sarà un ulteriore ritardo di 3 mesi che si somma all’anno di slittamento previsto dalla manovra varata lo scorso anno. A partire da lunedì prossimo scatta il ticket di 10 euro sulle ricette per l’assistenza specialistica e di 25 euro per le prestazioni di pronto soccorso con codice bianco.
Il taglio poi nei trasferimenti agli enti locali, comporterà inevitabilmente una ancora più marcata riduzione delle prestazioni assistenziali alle persone bisognose.
Si è in presenza di un disegno criminoso rivolto verso le persone più fragili di questo Paese che sta distruggendo ogni forma di protezione sociale.
Lo SPI non mette in discussione la grandezza di questa manovra ma ne contesta radicalmente i contenuti poiché deprime ulteriormente i consumi aggravando ulteriormente la crisi.
Bisogna sviluppare una battaglia sui posti di lavoro e sul territorio affinché alla ripresa autunnale la manovra già adottata e le ulteriori manovre previste siano completamente diverse e possibilmente con un governo diverso. E’ necessaria una tassa sui grandi patrimoni e una ridistribuzione del reddito a favore dei pensionati e dei lavoratori dipendenti. Inoltre l’Italia deve uscire dal declino in cui è stata cacciata dal Governo, attraverso una politica di sviluppo industriale, produttivo ed occupazionale che dia speranza e fiducia alle nuove generazioni”.

BAS 05

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