Tra le 22 Regioni ed Enti Locali italiani delle quali l'agenzia Moody's ha messo sotto osservazione il rating per un possibile “downgrade”, vale a dire un cambiamento negativo nel rating, figura anche la Regione Basilicata. Ad evidenziarlo è il coordinatore regionale di Fli sen. Egidio Digilio.
E’ il caso di ricordare che nel dicembre scorso la stessa Agenzia di rating Moody’s – aggiunge – confermò la valutazione Aa3 di affidabilità della Regione Basilicata. Evidentemente a distanza di un semestre – commenta Digilio – ci sono elementi per un ripensamento sino ad ipotizzare un declassamento del rating. Qualche motivo, dalle scarse informazioni per ora diffuse dall’agenzia, sono di natura nazionale, in quanto la decisione e' una diretta conseguenza della messa sotto osservazione del rating sovrano dell'Italia avvenuta il 17 giugno. Non a caso Moody's evidenzia che il settore pubblico locale rappresenta il 30% delle spese del governo e dovrà contribuire agli sforzi per raggiungere gli obiettivi di bilancio. Si tratta, insomma, del serbatoio cui dovranno attingere i ministri dell'Economia attuali e futuri. Non credo ci possa consolare il fatto che la Regione Basilicata è “in buona compagnia”, perché nell’elenco figurano l'Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia, le Marche, la Sicilia, la Toscana, l'Umbria e il Veneto. Piuttosto è il caso che non si nascondano le difficoltà già per altro segnalate da Bankitalia e senza ridurre la questione ad una battaglia di Moody’s contro gli interessi nazionali, cioè con l’alibi che è una vicenda nazionale, perché sotto osservazione sono bilancio e spese della Regione. Come sono lontane le affermazioni di autoesaltazione che hanno accompagnato nel dicembre 2010 la decisione di Moody’s di conferma della valutazione Aa3 alla Regione Basilicata. Per chi ha la memoria corta in quell’occasione – afferma Digilio – si gridò ancora una volta al virtuosismo dei nostri amministratori. Allora la soddisfazione del Governatore De Filippo si spinse a dichiarare “il risultato fondamentale per consegnare una Basilicata più forte e competitiva sullo scenario nazionale e non solo all’uscita dalla crisi”. L’ottimismo da oggi si può considerare finito".
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