Il rapporto Ecomafia 2011 di Legambiente ci restituisce l’immagine confortante di una Basilicata in cui il ciclo illegale dei rifiuti è caratterizzato da singoli e sporadici episodi. Si tratta di un risultato molto importante per il territorio, frutto di un concorso di sforzi che hanno visto in prima linea le istituzioni, la magistratura, le forze dell’ordine e le associazioni, a dimostrazione che il funzionamento dell’intero sistema e il valore delle diverse competenze e responsabilità possono preservare la nostra acqua, l’aria e la terra dai devastanti effetti dei reati ambientali.
Lo ha dichiarato il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza all’indomani della presentazione a Roma del documento sui reati ambientali di Legambiente.
“Il fatto che la Basilicata sia, al momento, sostanzialmente al riparo dalle ecomafie, essendo al penultimo posto nella classifica sulla gestione illegale dei rifiuti, non deve però indurci – ha continuato Lacorazza – ad abbassare la guardia su questo fronte. Al contrario occorre potenziare il sistema del monitoraggio e del controllo, attraverso un coordinamento sempre maggiore tra gli organi dello Stato e le istituzioni locali, valorizzando anche l’attività messa in campo in questo settore dalla Polizia provinciale di concerto con l’assessore all’Ambiente Massimo Macchia, a cui va dato atto di un impegno costante e proficuo”.
“È necessario – ha concluso – proseguire, con celerità, sulla strada iniziata portando a compimento il ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani, attraverso la realizzazione dell’impiantistica e l’aumento della raccolta differenziata, per cui la Provincia di Potenza sin dall’inizio della consiliatura ha compiuto grandi sforzi. A ciò deve essere inoltre affiancata la definizione del piano d’ambito e della tariffa unica. Per quanto riguarda, invece, i rifiuti speciali, c’è la necessità di cogliere a pieno l'impostazione comunitaria in materia, a partire dalla definizione della gerarchia del rifiuto fino alle modifiche introdotte al Codice Ambientale (d lgs 152/2006). La stessa introduzione del Sistri, del resto, evitando di appesantire la piccola impresa, in particolar modo quella agricola, può rappresentare un’ulteriore opportunità per la tracciabilità dei rifiuti, dal trasporto fino alla destinazione finale degli impianti”. (r.s.)
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