“Quanto al reportage di Repubblica sul centro di Palazzo San Gervasio non è soltanto necessario – come correttamente auspicato dal Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo – che faccia al più presto chiarezza la Magistratura ma è doveroso chiedere la chiusura del CIE. Una situazione come questa non è di per se stessa tollerabile ed è urgente e necessario sapere cosa succederà da qui al 31 dicembre 2011 all'interno del campo e cosa succederà un minuto dopo tale termine fissato dal Ministero dell'interno”.
Lo ha dichiarato l'assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Potenza Paolo Pesacane.
"Purtroppo – ha continuato – siamo stati facili profeti di sventura quando abbiamo richiesto un intervento del Presidente della Repubblica, atteso che la Costituzione ci sembrava essere sospesa a Palazzo San Gervasio. Era il 5 aprile e in quel momento discutevamo di un campo che non era stato ancora trasformato in CIE e che doveva essere un centro di accoglienza e identificazione. Già allora avevamo denunciato lo stato di sostanziale detenzione dei profughi al di là e oltre ogni legge del nostro Paese. Tutto ciò con la sostanziale estromissione delle istituzioni regionale e provinciale che non sono state assolutamente coinvolte dal Governo nazionale in qualsiasi decisione riguardante il campo: dall'idea di allestirlo e dove alla sua realizzazione”.
“Con ogni probabilità – ha concluso l'assessore – in quei giorni il Presidente della Repubblica era assolutamente assorbito dalla vicenda immigrazione più generale e impegnato ad auspicare una soluzione circa il permesso provvisorio, come poi puntualmente accaduto. Tuttavia oggi quella "Costituzione sospesa" di cui parlavamo allora ci sembra essere purtroppo una straordinaria e insopportabile realtà”.
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