Autilio: valorizzare siti archeologici lucani

Il vicepresidente del Consiglio regionale ha partecipato a Castelsaraceno all’inaugurazione della mostra sul grande archeologo Dinu Adamesteanu

“Con la mostra di Castelsaraceno dedicata a Dinu Adamesteanu è possibile ripercorrere, sia pure solo in parte, le varie fasi del grande contributo offerto dallo studioso per la scoperta e la valorizzazione del nostro patrimonio archeologico”. E’ quanto ha sostenuto il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Autilio inaugurando a Castelsaraceno, insieme al direttore del Museo della Siritide Salvatore Bianco e al soprintendente per i Beni Archeologici Antonio De Siena, la mostra “Dinu Adamesteanu, storia di un’amicizia”. La mostra, che documenta l’amicizia fra il grande archeologo e le due insegnanti Teresa Armenti e Ida Iannella, “oltre ad avvalorare il rigore scientifico e la modernità delle tecniche e degli studi di Adamesteanu ¬– ha sottolineato Autilio – testimonia la sua grande passione per la nostra cultura, patrimonio dell’intera umanità, che non ha confini geografici e geopolitici”.

“L’intelligente opera di graduale lettura dell’archivio della terra e di saldo radicamento delle emergenze archeologiche è una caratteristica del lavoro e della passione di Adamesteanu, perché – ha aggiunto Autilio – egli ha sempre voluto affiancare al fervore operativo una fittissima produzione di testi, relazioni, saggi, lezioni universitarie, in ciascuno dei quali ha puntualmente dato conto dei risultati delle sue ricerche ed ha voluto sempre documentare anche il contributo dei suoi collaboratori, spesso giovani e giovanissimi, che hanno continuato e stanno continuando il cammino da lui iniziato ed in parte già percorso. Le aree archeologiche protette e fruibili sono ormai numerose, i musei occupano ogni porzione di territorio, ne suggeriscono le peculiarità storico-culturali locali, e la manualistica scientifica ne ha preso coscienza; tuttavia l’archivio della terra conserva per fortuna ancora i suoi documenti: la loro lettura è appena cominciata, e il programma è ancora tutto da sviluppare”.

Auitilio ha quindi ricordato, anche sulla base della sua precedente esperienza di assessore regionale alla Cultura, alcuni dei passi avanti compiuti per la valorizzazione dei nostri beni archeologici. Tra questi, “il Progetto per lo studio archeologico, storico, epigrafico per la valorizzazione culturale del sito archeologico di Grumentum a cura del prof. Attilio Mastrocinque dell’Università di Verona con le campagne di scavi nelle stagioni estive, attraverso equipe di giovani e collaborazioni prestigiose di Università della Germania e di Perugia; i continui ritrovamenti archeologici nell'area di Metapontum ad opera dell'equipe dell’Università di Austin del Texas, diretta dal prof. Joseph Coleman Carter, a testimonianza della ricchezza del nostro patrimonio che ha bisogno di ulteriori iniziative di valorizzazione e promozione; il progetto di Summer School ‘Applicazioni Scientifiche e Tecnologiche in Geo-Archeologia: Metodi non distruttivi per lo studio dell’ambiente, della topografia e dell’urbanistica’, con il conferimento di 10 borse di studio, 8 per studenti italiani (4 in possesso di laurea di primo livello (triennale) in area umanistica e letteraria e 4 in possesso di laurea di primo livello (triennale in area scientifica) e 2 per studenti stranieri in possesso dei medesimi requisiti. Ancora, l’importante recente scoperta archeologica nell’area Torre di Satriano – ha detto – è un’ulteriore conferma della rilevanza del sito archeologico del Melandro e al tempo stesso dell’alto livello di specializzazione degli operatori della Sovrintendenza Regionale per l’Archeologia e direttamente della Scuola della sede materana dell’Università degli Studi, diretta dal prof. Massimo Osanna, che abbiamo difeso e continueremo a difendere a denti stretti contro i tagli di finanziamenti e di conseguenza di facoltà ed offerta formativa del Ministero alla Pubblica Istruzione e Università. Di qui il ruolo sempre più rilevante che deve svolgere la scuola di specializzazione in archeologia a Matera dell'ateneo lucano, che si sta occupando di circa 100 siti fortificati delle province di Potenza e Matera, attraverso una lettura attenta dei risultati degli scavi per evidenziare la stratificazione degli insediamenti, tra i quali gli scavi di Altojanni, in agro di Grottole e quello di Satriano di Lucania”.

“La Regione Basilicata – ha affermato ancora Autilio – deve aprire un tavolo con l'Università della Basilicata e con gli istituti di ricerca per definire un accordo programmatico sulla formazione superiore e sull'alta formazione delle figure che operano nel settore dei beni culturali per affrontare le tematiche sulla formazione che le questioni legate allo sviluppo del settore archeologia, dalla tutela, alla conservazione sino alla valorizzazione. Sempre in questa sede inoltre dovremo affrontare il problema della qualificazione delle figure operative e tecniche che lavorano nel pubblico e nel privato, gli aiuti previsti all'occupazione e gli incentivi per la creazione di impresa
C’è dunque la necessità di una maggiore attenzione alla formazione di figure professionali e tecniche con particolare riferimento alla figure destinate ad operare nei processi di ricerca conservazione e valorizzazione di Beni Culturali.

“Strettamente collegata alla valorizzazione dei siti archeologici e alla prosecuzione delle campagne di scavi e ricerca, secondo il messaggio che Adamesteanu ci ha affidato, è la questione della migliore fruizione di tutti i siti e contenitori culturali (musei, aree archeologiche, gallerie d’arte, ecc.), gestiti dalle strutture periferiche del Ministero Beni Culturali o dagli Enti Locali.
Per questa ragione – ha evidenziato Autilio – ho sollevato da tempo la necessità di uno sforzo sinergico tra amministrazioni pubbliche in direzione della realizzazione di un “sistema a rete” dei giacimenti culturali di cui disponiamo ,e che sono una delle maggiori attrazioni turistiche, per il cui recupero sono stati già investiti consistenti finanziamenti,al fine di evitare che si possa distorcere l’immagine e la capacità propositiva e organizzativa a causa di modeste difficoltà e disfunzioni che comunque incidono sulla qualità dei servizi offerti”.

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