“L’esperienza della Basilicata per la spesa dei fondi comunitari illustrata oggi a Roma al seminario nazionale della Uil, mette in luce una discreta “performances” nell’utilizzo dei fondi comunitari, rispetto alle altre Regione del Sud. Ma, non ci si può cullare sugli allori: secondo il quinto monitoraggio della UIL sulla spesa comunitaria, entro il 31 dicembre 2011 la Regione Basilicata per il Programma di Fondi Strutturali Europei (FSE-FESR messi insieme) deve impegnare risorse per 379 milioni di euro (il 120 per cento in più sul totale impegnato al 31 dicembre 2010) e deve spendere risorse per 265 milioni di euro (il 141 per cento in più del totale speso al 31 dicembre 2010)”.
Lo ha detto il segretario generale regionale della UIL della Basilicata Carmine Vaccaro, aggiungendo che “in un contesto, come l’attuale, contrassegnato da una bassa crescita economica, le politiche regionali giocano un ruolo decisivo per incidere in modo determinante sullo sviluppo economico del nostro Paese, soprattutto, nelle aree a forte ritardo. Da questo punto di vista – ha sottolineato – una buona programmazione dei Fondi Strutturali Europei, integrata con la programmazione delle risorse ordinarie, contribuirebbe in modo significativo a ridare “ossigeno” a tutto il nostro sistema produttivo, non solo nel Mezzogiorno. Perché è chiaro che, a questo punto si deve guardare prima di tutto alla quantità della spesa, ma ciò non deve, però significare, perdere di vista l’obiettivo originario dei Fondi Comunitari: assicurare “addizionalità” rispetto alla spesa ordinaria e ridurre i divari territoriali”.
“Per questo, aggiunge Carmine Vaccaro, chiediamo alla Regione di concentrare le risorse dei Fondi Comunitari per combattere la piaga che affligge il nostro territorio: la disoccupazione, con l’obiettivo di dare un futuro ai nostri giovani”.
Secondo il segretario confederale UIL Guglielmo Loy che ha concluso il seminario “i dati sul livello degli impegni e della spesa effettiva delle risorse dell’Unione Europea, non sono affatto rassicuranti, soprattutto nel Mezzogiorno, ma anche in molte aree del Centro Nord: a fine dicembre 2010, il livello di spesa effettiva è al 12,1%, con un livello di impegni abbastanza modesto (22,7%). A fronte di questi dati, il Comitato Nazionale per l’attuazione del Quadro Strategico Nazionale, ha deciso una riprogrammazione di tutti i programmi operativi ed una accelerazione della spesa. Tale provvedimento è senz’altro positivo a patto, però, di non mettere in “secondo piano” la qualità della spesa. Occorre iniziare ad affrontare la vera emergenza del Sud: l’occupazione.
E’ qui che vanno indirizzate e concentrate le risorse dei fondi comunitari, declinando tutti gli sforzi in tale direzione.Il lavoro, quindi, prima di tutto. Il “bonus occupazione”, è una prima e parziale risposta a questa emergenza, occorre renderlo immediatamente operativo, oltrechè strutturale nel tempo ampliando anche nei prossimi anni questi incentivi.
Un altro intervento, per dare risposte alla buona flessibilità di entrata nel mondo del lavoro, riguarda la possibilità di finanziare con i fondi europei, in questo caso con il FSE, la riforma dell’apprendistato.
Si tratta poi ci concentrare le risorse su poche e cantierabili infrastrutture per la mobilità, soprattutto su opere che abbiano una valenza interregionale, e puntare, poi, sulle infrastrutture immateriali, in primis nei servizi di conciliazione vita lavoro. Non è un modo, questo, per combattere la disoccupazione soprattutto giovanile e femminile?”.
BAS 05