“Non credo che i lucani siano desiderosi di sapere se Idv voglia o meno mangiare la porzione di pizza farcita alle nomine servite dal Pd. Credo, invece, che i lucani vogliano capire quali politiche si intendano mettere in campo per affrontare i problemi cronici di questa regione. Meglio faremmo a discutere sulle proposte del governatore De Filippo in materia di sviluppo e occupazione”.
E’ quanto sostiene il Segretario Regionale del Psi, Livio Valvano, dopo le dichiarazioni del Sen. Belisario sulla situazione del centrosinistra in Basilicata.
“Non sono sorpreso dei contenuti delle dichiarazioni di un autorevole parlamentare e dirigente nazionale dell’ Idv, che si riconosce ed interpreta coerentemente-precisa Valvano il senso e la ragione dell’esistenza di quel partito. Giustizialismo, questione pseudo morale, radicalismo ambientale e contestazione per istinto uniti all’indecisionismo congenito del Pd sono ingredienti che consentono agli autorevoli esponenti Idv di soddisfare, con grande superficialità, la domanda politica dei contestatori e contemporaneamente del Governo. Sante- per questo- sono le parole dell’On. Luca Orldano della direzione nazionale dell’Idv, quando dice che nella storia recente del nostro Paese, l’Idv è un pendolo ambiguo tra l’essere movimento e l’essere partito. Quando il pendolo della storia agitato dalla rivoluzione giurisdizionalista di tangentopoli si fermerà l’Idv non avrà più ragione di esistere. A fronte di questo non possiamo non pensare che l’antipolitica – come leggeremo a breve su wikipedia alla voce Idv- un acido rigurgito di un Paese allo sbando che ha perso fiducia nella politica che per questo si affida alla retorica demagogica di improvvisati leader. E’ chiaro purtroppo- aggiunge Valvano- che permanendo l’anomalia, ed in attesa che il maggior partito della coalizione recuperi la convinzione necessaria, continueremo ad assistere alle intemperanze ed alle esternazioni irresponsabili soprattutto di chi in Basilicata non si è mai sottoposto al giudizio dei cittadini misurandosi con le preferenze. Anche in questo caso- conclude Valvano- registriamo la “coerenza dell’incoerenza congenita” che giustifica la posizione di chi contesta la legge elettorale ma poi la utilizza somministrando all’elettorato autorevoli nominativi che non hanno legami veri con gli elettori né con la base stessa del partito”.
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