Per il consigliere del Psi una tregua nella raccolta delle firme per il referendum elettorale va bene purchè non si risolva in una “trovata geniale” da parte di qualcuno per non cambiare nulla
"La tregua nella raccolta di firme proposta da Passigli, promotore della iniziativa di referendum elettorale che ha registrato in Basilicata un’attenzione particolare come testimoniato dalle numerose adesioni e dalla conferenza stampa della settimana scorsa, ha un senso a condizione che non diventi per alcuni, con il pretesto della minaccia di promuovere un secondo referendum, una “furbata” per non fare nulla e quindi per non cambiare nulla”. E’ quanto sostiene il capogruppo del Psi in Consiglio regionale, Rocco Vita,(che è anche componente della segreteria nazionale dei socialisti) sottolineando che “se non si trova, in tempi ravvicinati, una soluzione valida per tutti che consenta ai cittadini di scegliersi gli eletti, tanto vale continuare a percorrere la strada del referendum”.
“E non a caso l’ultima riunione della segreteria nazionale del Psi – riferisce Vita – si è conclusa con il rafforzamento dell’impegno dei socialisti a raccogliere le firme oltre che a sostegno della modifica della legge 'porcata' anche degli altri obiettivi che da mesi sono al centro dell’iniziativa del Psi attraverso la campagna nazionale “quattro proposte per cambiare l’Italia. Per la verità – continua Vita – noi socialisti lo avevamo previsto per tempo: il sistema prima o poi si sarebbe piegato e con lui sarebbe entrato in crisi sia il bipolarismo personalizzato sia quel modello bipartitico nel quale molti avevano creduto e lavorato. In attesa di quel momento, in tutti questi anni, abbiamo fatto resistenza, salvaguardando la nostra identità, consapevoli della necessità di essere ancora in piedi nel momento in cui il sistema politico sarebbe stato travolto dalla crisi istituzionale. Ed è proprio su questo punto – aggiunge Vita – che si misurerà nei prossimi mesi la credibilità delle forze del centrosinistra: se sapranno rispondere alla crisi con proposte coraggiose otterranno la credibilità che vanno cercando, altrimenti il pericolo del riflusso verso la destra sarà reale. Il primo banco di prova è dunque la questione elettorale per cambiare la legge esistente che per fortuna la maggioranza degli italiani inizia a percepire come una vera e propria ‘porcata’. Una legge elettorale che consente la formazione di maggioranze parlamentari non corrispondenti alla maggioranza degli elettori e, quindi, al voto popolare. Una legge che così facendo ha sfregiato la Costituzione nel punto più delicato della democrazia parlamentare, stravolgendo l’equilibrio tra i poteri. Ma, soprattutto, una legge che ha tolto ai cittadini il diritto di scegliere gli eletti e quindi i propri rappresentanti, consegnando ai segretari dei partiti il potere di nomina dei parlamentari”.