Per l’esponente dell'Mpa in Consiglio regionale è necessario assicurare il regolare svolgimento delle attività delle strutture già operanti per salvaguardare il diritto dei cittadini ad un servizio sanitario di qualità e di eccellenza
“L’universo della sanità privata accreditata in Basilicata, che conta una sessantina di strutture ed impiega almeno 400-500 addetti e che vive già in un momento di crisi, ha subito un altro blocco amministrativo per effetto di quella famosa burocrazia che, non solo nella campo della sanità ma nel campo dell'intero apparato regionale, esiste. Ne deriva che molte strutture non sono in grado di poter far fronte nemmeno più ai pagamenti degli stipendi dei lavoratori”. A sostenerlo il consigliere regionale del Movimento per le Autonomie, Franco Mollica il quale sottolinea che “ci sono state diverse segnalazioni e il problema maggiore era quello relativo all'Asp dove opera, con qualifica di direttore, una nuova figura nell'ambito dell'unità operativa complessa addetta alla gestione strutture accreditate, reportistiche Sdo”. “Nelle more di adozione del piano sanitario regionale – prosegue Mollica – era necessario ed è necessario garantire il regolare svolgimento delle attività delle strutture già operanti, senza inutili complicazioni, nella salvaguardia del diritto dei cittadini ad un servizio sanitario di qualità e di eccellenza”.
Queste sono le motivazioni per cui il consigliere Mollica aveva rivolto un’interrogazione all'assessore alla Sanità per “sapere se fosse a conoscenza di tali problematiche, quali azioni voleva mettere in campo per risolvere questa difficile situazione e se fosse sua intenzione mettere in piedi, invece, con un efficace sistema che vede parte attiva all'interno del pianeta salute anche le strutture private al fine di offrire un servizio sanitario di qualità ed eccellenza, senza inutili complicazioni per la salvaguardia del diritto dei cittadini”. “Durante la seduta del Consiglio di ieri – prosegue Mollica – l’assessore Martorano ha risposto precisando che l'operato dell'unità operativa complessa addetta alla gestione strutture accreditate Sdo, dell'azienda sanitaria locale di Potenza, non fa emergere alcuna attività vessatoria ed arbitraria da parte delle strutture aziendali, volte piuttosto a determinare la corretta valorizzazione ed erogazione dei giusti compensi per le attività rese dalle strutture private accreditate e che l'attività ispettiva e di verifica delle prestazioni è effettuata nel pieno rispetto della normativa vigente e garantisce, con tutte le modalità di salvaguardia per le strutture private, che a riguardo possono contro dedurre, nei tempi e nei modi dovuti, l'appropriatezza delle prestazioni rese con l'unico obiettivo di ridurre il più possibile danni di natura erariale”.
“Sicuramente – aggiunge il consigliere – visto che è il sistema sanitario pubblico che paga, condivido che bisogna controllare l'appropriatezza e la correttezza delle prestazioni che queste aziende erogano ma questi controlli non devono essere tali da complicare e addirittura bloccare l’attività delle strutture. O siamo tutti imbecilli oppure quello che viene sistematicamente detto, non da me in questa interrogazione, ma dai giornali, dai rappresentanti sindacali e dai lavoratori, vedi i lavoratori Aias, di non ricevere i loro giusti stipendi, è tutto falso”. “Quello che veniva denunciato in questa interrogazione – prosegue ancora Mollica – è un eccesso di burocrazia, per una pletora di norme delle quali alcune, molte volte, anche in contrasto fra di loro. E come si sa, la burocrazia in questa regione ammazza le aziende. E noi, che siamo alla guida politica, ne dobbiamo sentire tutto il peso altrimenti saremmo collusi rispetto ad un sistema che non guidiamo più noi. Non che i controlli non si debbano fare, se la norma è complessa questi devono essere necessari, però non devono servire a creare maglie in cui incappino le aziende”. “Leggo nelle parole dell’Assessore, ancora una volta, tante buone intenzioni ma – conclude l’esponente Mpa – di buone intenzioni è lastricata la strada dell'inferno, ora bisogna passare ai fatti e risolvere le questioni”.