Fenice, Mazzeo (Idv): dati inquietanti

Per il vice presidente del Consiglio regionale “la salute dei cittadini deve essere tutelata, con rilievi certi e attendibili ed è necessario acquisire un monitoraggio ambientale corretto con la pubblicazione dei dati analizzati”

“Lo scorso mese di marzo – ricorda Mazzeo Cicchetti – avevo evidenziato il fatto che la richiesta, da parte delle organizzazioni ambientaliste, di sospendere le attività del forno dell’inceneritore Edf – Fenice spa, che brucia i rifiuti e continua ad inquinare le falde, come le ultime notizie ci confermano, non aveva trovato accoglimento da parte dei livelli responsabili”.

“Denunciavo – spiega Mazzeo Cicchetti – che era quantomeno singolare come, nonostante la vigente normativa in materia di monitoraggio ambientale della zona Vulture-Melfese e, le pressanti sollecitazioni di organizzazioni ambientaliste, non si riuscisse ad avere notizie certe con dati analitici sicuri. Segnalavo, inoltre, che i dati relativi alla concentrazione di alcuni metalli pesanti, come ad esempio il nichel, erano estremamente inquietanti poiché superiori anche di 14 volte ai limiti normali. L’informazione completa e corretta – sottolinea Mazzeo – è un dovere soprattutto nei confronti delle popolazioni che abitano le zone interessate più direttamente da fenomeni di inquinamento, così come è di fondamentale importanza dare seguito alle segnalazioni che vengono dalle associazioni che si occupano con serietà di problematiche ambientaliste. Ora, a distanza di circa tre mesi, purtroppo, si conferma una situazione estremamente preoccupante, in quanto, per la prima volta, è stata riscontrata la concentrazione, fra i metalli pesanti che inquinano le falde acquifere, anche di arsenico. Ancora più preoccupante è il fatto che non vengono messe in evidenza le modalità dell’inquinamento, in modo tale da poter intervenire con urgenza per la risoluzione del problema”.

“Confermo, inoltre – continua l’esponente di Idv – la mia preoccupazione sull’attendibilità dei dati resi noti e mi chiedo come mai fino ad ora le analisi non abbiano evidenziato questa criticità. Si sono verificati fatti nuovi o vi è stato un deficit nel monitoraggio, magari con metodiche inadeguate, nei mesi e negli anni passati? In assenza di una spiegazione certa e credibile, si accresce la già diffusa sfiducia nei riguardi di chi ha il dovere di monitorare i danni e segnalarli tempestivamente per gli opportuni interventi. Voglio ricordare che la risposta alla mia interrogazione, di pochi giorni fa, da parte dell’assessore all’Ambiente e Territorio, Agatino Mancusi, per conoscere lo stato dell’inquinamento prodotto da Fenice è stata rassicurante e tranquillizzante. Testualmente, ha dichiarato ‘…le perdite rilevate sono state tutte riparate con interventi. Allo stato attuale dall’impianto Fenice non risulta il rilascio nel suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee di alcun refluo inquinante….’. Mi associo alle preoccupazioni ed alle proposte del Sindaco di Melfi che ha chiesto ai responsabili di Fenice risorse economiche per far sì che periti e consulenti, autonomi e di primo piano, possano accertare effettivamente l’inquinamento delle falde acquifere e dell’aria. La salute dei cittadini deve essere tutelata, con rilievi certi, attendibili e soprattutto costanti, garantiti e tempestivi”.

“Ritengo – conclude Mazzeo – che per la salvaguardia e la tutela delle nostre popolazioni sia necessario acquisire un monitoraggio ambientale costante con la pubblicazione puntuale dei dati rilevati. Il territorio deve essere sempre sotto ‘la lente d’ingrandimento’, evitando sottovalutazioni minimalistiche, attuando interventi tempestivi nei casi in cui si rilevino dati incompatibili per la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. Per una garanzia più ampia occorre rendere partecipi e protagoniste le comunità locali, mentre gli enti preposti debbono operare con maggiore funzionalità e trasparenza per riconquistare la credibilità perduta”.

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