Singetta: Belisario rischia di alimentare clima di sospetto

Il capogruppo Api in Consiglio regionale: “già nella Roma repubblicana libertà e legalità erano spesso parole altisonanti, tradotte, non di rado, con privilegi ed interessi costituiti”

“L’intervista rilasciata dal sen. Belisario su ‘politica e malaffare in Basilicata’ merita senz’altro qualche ulteriore riflessione”. A sostenerlo è il capogruppo di Alleanza per l’Italia in Consiglio regionale, Alessandro Singetta, che sottolinea “l’amico e collega (avvocato) dipietrista non è nuovo a sortite del genere, che hanno, forse, il ‘merito’ di ridestare l’attenzione di cittadini sempre più lontani dalla politica ma che, certamente, accrescono il clima di sospetto nei confronti della classe politica in genere”.

“Tuttavia – continua Singetta – al di là di una certa retorica, di un’invocazione a modelli comportamentali etici, non ho visto alcuna idea o atto concreto che consenta al centro sinistra lucano, di cui Felice Belisario è, non da poco, autorevole esponente, di alzare l’asticella (per usare una ormai nota espressione dell’ottimo segretario regionale del Pd, Roberto Speranza). E’ ovvio che nessun contesto sociale (e tanto meno l’assise pubblica, politica o amministrativa che sia) può prescindere da regole, interne ed esterne, necessarie per un corretto svolgimento della vita associata. Regole che vanno individuate, rispettate ed anche fatte ripettare. E’ altrettanto ovvio che una politica senza regole, senza tensione morale, è solo una politica opportunistica, volta a tutelare interessi privati, dimenticando quelli collettivi. Ma, anche se la Basilicata ha ancora molti problemi da risolvere e molta strada da fare per assicurare ai lucani quel livello di vita che tutti meritiamo, francamente non penso le critiche generiche mosse al ‘sistema’ da Belisario costituiscano il giusto rimedio e non, piuttosto, un riposizionamento politico all’interno del suo partito. Già nella Roma repubblicana libertà e legalità erano spesso parole altisonanti, tradotte, non di rado, con privilegi ed interessi costituiti”.

“Ciò non significa – afferma Singetta – che bisogna rinunciare a fare tutti gli sforzi possibili perché l’etica non sia solo una legge morale, ma anche un valore comportamentale di rilevanza esterna.
Né bisogna abbassare la guardia, o girare la testa dall’altro lato, facendo finta di niente. Altrimenti daremmo ragione a Bob Dylan, quando diceva che la risposta soffia nel vento. Io, invece, sono sicuro che la risposta ‘dipende’ solo da noi, dagli atti e dai comportamenti che saremo in grado di mettere in campo per trasferire messaggi positivi. Perché non iniziare, allora, da una seria riforma della legge elettorale, evitando ‘l’esproprio democratico’ rappresentato dai parlamentari nominati?”.

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