Per il capogruppo Psi in Consiglio regionale “il passaggio di Tito da municipalità a Città riaccende l'attenzione della Regione su problemi vecchi e nuovi di riforma della governance locale e di programmazione territoriale da risolvere”
"Il passaggio di Tito da municipalità a Città oltre ad essere motivo di legittimo orgoglio per la comunità titese ha molti significati istituzionali, sociali, civili e culturali specie in contemporanea con la Festa della Repubblica e riaccende l'attenzione della Regione su problemi vecchi e nuovi di riforma della governance locale e di programmazione territoriale da risolvere ". E' il commento del capogruppo del Psi in Consiglio regionale, Rocco Vita per il quale "il decreto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che concede appunto a Tito il titolo di città rappresenta la testimonianza dei valori fondamentali della nostra Repubblica che sono quelli della piena dignità delle comunità locali sia che vivano in centri minori che in città o metropoli e della cooperazione solidale. La questione dunque va ben al di là del retorico e tradizionale appellativo di ‘cittadino’ e ‘paesano’, in quanto – aggiunge Vita – riguarda il senso di appartenenza di una comunità, piccola o grande, al Paese unitario. Per la città di Tito e i suoi amministratori si apre adesso una nuova fase di vita istituzionale e civile che siamo certi sarà impegnativa ed intensa per affrontare vecchi e nuovi problemi di programmazione urbanistica, di sviluppo economico e sociale”.
“E' piuttosto il progetto metropolitano che vede al centro la città di Potenza – afferma il capogruppo socialista – che richiede un ulteriore passaggio di riflessione ed approfondimento rispetto ai rapporti capoluogo-hinterland e ai mutamenti anche di natura economica e produttiva intervenuti. Il caso più evidente è la creazione del Polo acquisti lucani a Tito scalo che di fatto ha aperto nuovi scenari per il comparto del commercio e dei servizi. E più in generale il destino dell'area industriale di Tito Scalo da anni trasformata in polo di Fiera, commercio e piccole attività artigianali che ha bisogno di una nuova strategia. Sono tutti problemi che in stretta sintonia a quelli del modello di sviluppo eco-compatibile del comprensorio Melandro richiedono una maggiore attenzione della Regione Basilicata e una più stretta sinergia tra Comuni, riprendendo la discussione sulla riforma della governance lucana, e sullo stato della cooperazione tra Comuni e Provincia e Regione".