Card benzina, interrogazione di Benedetto

L’esponente di Idv sottolinea che “un pieno di benzina riservato solo ai possessori di patente di guida equivale a quei gesti di elemosina rivolti alle popolazioni dei Paesi del Terzo Mondo. Un modo per tacitare la coscienza”.

Il consigliere regionale Nicola Benedetto ha presentato una interrogazione sull’iniziativa “card benzina”. In merito, fa presente l’esponente dei Idv, la Presidenza della Giunta regionale, al fine di ridurre i costi aveva ipotizzato l’impiego straordinario di portalettere di nuova assunzione. “Idee e proposte anche creative – dichiara il consigliere – che sono rimaste tali, perché non si è riusciti ad incidere nemmeno sul costo (non irrilevante) dell’operazione”.
“Adesso che sta per arrivare nelle case dei patentati lucani la “card benzina” – sostiene Benedetto – tutti, partiti, sindacati, organizzazioni professionali e comitati popolari riconoscono che un pieno di benzina pro-capite, o meglio riservato solo ai possessori di patente di guida, è lo stesso comportamento che assumiamo quando mettiamo in atto gesti di elemosina nei confronti delle popolazioni dei Paesi del Terzo Mondo. Un modo per tacitare la coscienza”.
Nel sottolineare che “la Giunta regionale avrebbe dovuto intervenire per tempo, vale a dire prima che il decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico fosse pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, e che tutta la fase preparatoria del Memorandum d’Intesa Stato-Regione sul petrolio era l’occasione migliore per stoppare la “card benzina”, chiedendo al Governo di far diventare il fondo di 33 milioni di euro, messo a disposizione interamente dall’Eni, la prima posta finanziaria del Memorandum”, Benedetto chiede “per quali motivi l’iniziativa della Giunta si è interrotta, cosa intende fare perché nel futuro l’atto di elemosina non si ripeta, cosa intende fare per affrontare la questione all’interno dello strumento adatto (Memorandum d’Intesa) per finalizzare il 3% delle royalties (che tutti vorremmo come quota più cospicua) per le questioni di maggiore emergenza sociale, con priorità su quella occupazionale e produttiva”. “Ci sono comunità locali e territori della nostra regione – conclude il consigliere – a parte la Val d’Agri e il Sauro, e i Comuni beneficiari del P.O. Val d’Agri (tra l’altro in aumento continuo) che non sono ammessi direttamente ai benefici del petrolio”.

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