“Le azioni miracolistiche tanto sbandierate come al solito, alla prova dei fatti, si traducono in una stangata per i lavoratori dipendenti, in special modo quelli pubblici, i pensionati, le donne, i piccoli risparmiatori, le fasce più deboli che si trovano a dover fare i conti con la vita reale e con le tasche sempre più vuote. Una manovra che è una bomba ad orologeria per la tenuta dell'intero sistema sociale italiano e che fa poco oggi e prepara il terreno a pesantissimi sacrifici da scaricare sul futuro del Paese. Tra l'altro non è certo che sarà sufficiente nelle quantità a convincere i mercati sulla tenuta del sistema finanziario italiano”. Lo dichiara il segretario regionale della Cgil Antonio Pepe –
“Le furbate più evidenti – prosegue – riguardano la delega fiscale che premia i redditi più alti, la modificazione delle accise sulla benzina e gli aumenti generalizzati delle tariffe, che avranno effetti negativi generalizzati sulle famiglie a basso reddito.La CGIL giudica negativa la manovra e si opporrà con tutti gli strumenti e le iniziative di mobilitazione possibili. Dunque una manovra non solo depressiva ma con un segno di iniquità sociale sgradevole accompagnato dal fatto che le misure in essa contenute faranno saltare tutti i servizi sociali, oltre ad introdurre numerosi tickets per l’accesso al servizio sanitario pubblico. L’ulteriore blocco della contrattazione per i lavoratori pubblici – sottolinea Pepe – si sostanzierà in una batosta di 215 euro al mese in meno sugli stipendi.
Vengono confermate le misure contro i pensionati, saranno congelati l’indicizzazione degli assegni, in più scatta dal 2014 l’adeguamento della data di pensionamento all’aspettativa di vita, oltre ad una odiosa stretta sulle pensioni di reversibilità. I tagli ulteriori dei trasferimenti agli enti locali e alle regioni saranno massicce ed aggraveranno già quanto in atto nel pauroso restringimento delle politiche sociali per l’assistenza, il sostegno alle persone invalide, l'organizzazione e gestione degli asili nido, senza contare le famiglie con grave disagio economico. Una delle norme particolarmente negative, che limitano il ricorso alla giustizia da parte dei lavoratori, attiene il pagamento delle cause di diritto del lavoro a carico dei lavoratori e lavoratrici che intentano un procedimento contro il datore di lavoro per vedere riconosciuti i propri diritti, oltre che nel caso di ricorsi per il riconoscimento delle invalidità. Queste norme lasciano intravedere un netto profilo di incostituzionalità. Crediamo ci sia bisogno di attivare immediatamente le prime iniziative di protesta già nei prossimi giorni, per evitare che in questa fase pre-feriale tali insostenibili misure contro i più deboli possano nascondersi nell'indifferenza generale”.
BAS 05