Per il consigliere regionale di Idv “occorre porre l’interrogativo sull’efficacia reale dell’azione politica di questo centrosinistra che continua ad operare con il vecchio metodo delle oligarchie decisionali”
“Un nome esterno, per quanto blasonato, non può coprire il vuoto di progetto della politica regionale. Avevo espresso, a più esponenti, l’esigenza di definire insieme, almeno a grandi linee, una proposta per il San Carlo, rispetto alla quale fare scaturire la scelta più idonea del Direttore Generale. Il confronto costruttivo sulle cose da fare resta impossibile. Nella metodologia che si continua ad adottare, nel centrosinistra nostrano, c’è chi discute ed argomenta e chi decide, indipendentemente da ogni ragionamento o da idee progettuali. I due livelli continuano ad essere, nei fatti, separati. Anche questa occasione mi conferma che chi vuole rinnovare, nel centrosinistra di Basilicata e nei partiti che lo compongono, è una minoranza, a cui è lasciata la libertà di fare solo enunciazioni, possibilmente a voce bassa”. Sono le dichiarazioni del consigliere regionale di Italia dei valori, Enrico Mazzeo Cicchetti.
“Tutti coloro animati di buona volontà – continua Mazzeo – si debbono porre l’interrogativo sull’efficacia reale dell’azione politica di questo centrosinistra che continua ad operare con il vecchio metodo delle oligarchie decisionali. Riesce sempre più difficile, date le interpretazioni differenziate che circolano, capire la verità dei fatti. Ragionare insieme sulle problematiche complesse, cercando di trovare le soluzioni migliori per i cittadini, rientra nel mio modo di interpretare una presenza politica nelle Istituzioni. Non vorrei che questa convinzione, aldilà della stima che mi viene attestata, fosse continuamente smentita dalle scelte concrete che si continuano a fare. Il nome esterno è un vecchio trucco utilizzato dai falsi rinnovatori e decisionisti ‘in proprio’, incapaci di fare le giuste mediazioni che, invece, sono l’aspetto intelligente e nobile della Politica. Le prime decisioni , Direzione Sanitaria e Direzione Amministrativa, confermeranno, i vincoli a cui sarà assoggettato il nuovo Direttore Generale. L’‘asticella’ di Roberto, purtroppo, non è riuscita, ancora una volta a elevarsi. Permango nella convinzione che la Basilicata, malgrado i disconoscimenti continui, che vengono da una parte della classe politica, ha, ai vari livelli, donne ed uomini preparati, seri e capaci di guidare, in maniera qualificata, settori importanti della nostra Regione; queste risorse umane e professionali andrebbero valorizzate, indipendentemente dall’appartenenza politica. Seguendo questo principio dovremmo affidare, visti i problemi che vivono anche ‘Acquedotto spa’, ‘Sel’, ‘Acqua spa’, le Asl e tutti gli altri enti sub regionali a supermanager importati; questa è la condanna della ‘normalità’ lucana che fuori regione è molto apprezzata”.
“Considerato che abbiamo già una Giunta regionale fatta prevalentemente di ‘esterni’, completiamo l’esternalizzazione della Basilicata, accogliendo magari altre esperienze esterne, lasciandone la guida a Vito De Filippo, che si dimostra sempre più innovativo, super partes e distaccato dai condizionamenti locali e dai vincoli soliti della politica. Il rinnovamento vero, invece – conclude Mazzeo – significa anche superare la cultura del partito di maggioranza, secondo cui l’alleato miglior è quello passivo, paziente e possibilmente muto e plaudente”.