III Ccp, audito assessore Gentile su alluvione Metapontino

La Commissione ha affrontato anche la questione riguardante il termodistruttore “Fenice”

L’assessore del Dipartimento “Infrastrutture e mobilità”, Rosa Gentile, intervenendo nella seduta odierna della Terza Commissione, presieduta dal consigliere Romaniello (Sel), ha fatto il punto sulla situazione riguardante i danni dell’alluvione dello scorso marzo nel Metapontino, In particolare, l’Assessore ha riferito in merito al recente incontro di Roma con il responsabile del Mipaf, Saverio Romano, il presidente della Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato della Repubblica, Paolo Scarpa, alla presenza dei parlamentari lucani e di alcuni parlamentari pugliesi e campani. L’assessore dopo aver riferito che i Sindaci lucani presenti sono stati auditi dalla Commissione senatoriale con una conseguente proposta di intervento del ministro Romano, ha sottolineato che “ si è discusso principalmente circa la produzione di ristoro per gli imprenditori e le aree danneggiate e le questioni legate al patto di stabilità con la presentazione di un ordine del giorno per andare in deroga allo stesso e consentire di intervenire. In realtà – ha puntualizzato Gentile – è stata fatta molta confusione sugli esiti dell’incontro, mentre di fatto, il problema da risolvere resta quello concernente la prima ordinanza per poter stabilire le regole per certificare i danni, andare in emergenza e in contabilità speciale. Stabilire, quindi – ha specificato l’Assessore – regole, criteri, mansioni del Commissario straordinario, per poi andare alla fase successiva con una seconda ordinanza per porre in attuazione la capacità finanziaria della Regione in cofinanziamento con il Governo. La situazione resta costantemente attenzionata – ha continuato – ma è improcrastinabile l’emanazione della prima ordinanza per calcolare il danno, stabilire regole inderogabili per intraprendere una direzione univoca e capire, anche, anzitempo se e quanto il Governo centrale mette a disposizione. Oggi – ha concluso Gentile – non si può avere, pertanto, una risposta certa in termini economici, mancando le formule dell’avvio e dovendo verificare danni infrastrutturali e danni di carattere agricolo, tenendo nel debito conto l’azione sin qui svolta e quella futura dei singoli Comuni interessati dall’evento calamitoso”.

La Commissione ha, quindi, audito il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Donato Viggiano, sulle ultime vicende riguardanti il termodistruttore “Fenice”. Viggiano ha spiegato che “due sono i temi fondamentali da affrontare: il monitoraggio e la successiva bonifica dei siti e la governance ambientale che i territori continuano a chiedere con forza, avendo ora la possibilità grazie alla nuova normativa prevista dall’A,I.A. di divenire protagonisti anche per quanto concerne le scelte tecniche. L'A.I.A. è l'Autorizzazione integrata ambientale, che alcune categorie di aziende particolarmente inquinanti devono ottenere per uniformarsi ai dettami dell'Unione europea. In virtù delle nuove normative – ha detto Viggiano – è possibile stabilire una batteria di prescrizioni che alza la qualità del monitoraggio e permette la bonifica a valle del piano di caratterizzazione con una puntuale analisi del rischio, calcolando l’entità della contaminazione con i relativi effetti. Oggi siamo in grado – ha sottolineato – di conoscere l’impronta tipica dell’inquinamento di Fenice e, nel contempo, vi è l’opportunità di prescrivere un Protocollo operativo tra i soggetti interessati, così come avvenuto in Val d’Agri per le estrazioni petrolifere. Il protocollo servirà ad implementare l’indagine epidemiologica ed a predisporre piani di monitoraggio e controllo non più ex-post. Così come sarà possibile – ha continuato – migliorare le comunicazioni circa eventuali guasti e situazioni anomale nell’ambito di una informazione complessiva che va al di là delle situazioni di criticità. Sarà prescritto un report giornaliero che sfocerà nel resoconto annuale e l’istituzione dell’”Albero dei rischi” con la previsione basata su incidenti di riferimento e ipotizzando le terapie da adottare. Gli effetti saranno valutati ex-ante con la comprensibile efficacia dell’azione preventiva”.

Intervenuti nel dibattito Rocco Masotti dell’Arpab ed il sindaco di Lavello, Antonio Annale. Il primo cittadino di Lavello, dopo aver evidenziato che i Sindaci dell’area si muovono sulla stessa lunghezza d’onda, ha sottolineato “l’allarme giustificato delle popolazioni dell’area interessata da Fenice anche per l’aumento delle patologie”. Nel chiedere “una informazione più puntuale e trasparente circa la qualità e la quantità dei rifiuti soprattutto quelli speciali” ha rivendicato “un maggiore protagonismo del territorio per tutelare lo stesso dai danni nei vari settori produttivi”. Annale ha, infine, puntualizzato come “occorre dire con chiarezza che il ruolo di Fenice rientra nel ciclo dello smaltimento dei rifiuti e che quello che va monitorato costantemente sono le modalità con cui si procede all’incenerimento, mettendo in pratica le nuove disposizioni e rendendo l’impianto compatibile con il territorio”.
Dagli interventi del presidente Romaniello e degli altri commissari Falotico, Straziuso, Mollica e Navazio è emersa la necessità di comprendere quali sono le cause alla base dell’inquinamento e si è palesata, anche, l’esigenza di avere una relazione puntuale da parte del Dipartimento unitamente a tutti i dati relativi agli elementi inquinanti. La Commissione ha deciso di audire l’assessore all’Ambiente, Agatino Mancusi, il direttore dell’Arpab, Raffaele Vita ed il Comitato dei cittadini promotore della manifestazione di venerdì prossimo a Lavello. Nel corso della riunione è stato acquisito il documento della Conferenza dei Sindaci dell’area del Vulture-Melfese.

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