"Il cosiddetto batterio killer e il “flagello” della sharka si sono abbattuti sull’agricoltura lucana con gravissime ripercussioni". L’Sos parte dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata che ha riferito di aver ricevuto dall’amministratore della società agricola Orto Serre di Melfi, una delle più grandi aziende agroalimentari, la segnalazione di un danno di 150mila euro per il mancato ritiro del prodotto orticolo locale da parte del principale cliente olandese. Un effetto domino innescato dalle vicende dell’epidemia da batterio E.Coli che ha colpito direttamente anche i nostri produttori orticoli.
Quanto alla diffusione della sharka delle drupacee (albicocco, pesco, susino, ecc.), che da settimane si sta diffondendo con una certa rapidità, come sta accadendo già da alcuni anni, la Cia del Materano, ha raccolto nella sede di Policoro numerose segnalazioni di agricoltori del comprensorio. Per avere un’idea più precisa – sottolinea il Presidente della Cia del Materano Nicola Serio – le drupacee nel metapontino hanno un’estensione di 10mila ettari per una produzione complessiva di 13-15mila quintali di prodotto. Ad oggi l’attacco di sharka riguarderebbe il 10-15% della produzione, ma purtoppo è destinato a salire e ad avere ripercussioni negative per i prossimi 4-5 anni.
La Cia regionale, d’intesa con quella del Materano, ha sollecitato l’assessore all’Agricoltura Vilma Mazzocco alla convocazione di una riunione specifica del Tavolo Verde per monitorare la situazione e decidere interventi ed azioni di emergenza. "La questione – a parere della Cia – ripropone la necessità di un adeguamento dei servizi fitosanitari e di assistenza tecnica a favore degli agricoltori accelerando la riforma della governance degli enti strumentali e tecnici agricoli".