“I dati Istat sulle vendite al dettaglio, che segnano a marzo scorso un calo del 2% rispetto allo stesso mese del 2010, come media nazionale mentre siamo convinti che nella nostra regione si registri una tendenza decisamente più negativa, testimoniano che l’onda lunga della crisi deprime i consumi e straripa anche nelle grandi superfici”: è il commento del presidente regionale della Confesercenti Michele Avena secondo il quale “siamo stati facili cassandre nel mettere in guardia dai facili entusiasmi che hanno accompagnato l’apertura del Centro Commerciale “Polo Acquisti Lucani” di Tito scalo. Lo dimostrerebbe tra l’altro l’afflusso di utenti in questi giorni decisamente più contenuto dalla folla delle prime settimane di attività con la necessità per gli esercenti di ricorrere ad eventi di spettacolo o intrattenimento di richiamo. In definitiva la tendenza ai grandi centri commerciali in quasi tutto il Paese sembra fermarsi e da noi è arrivata, forse, troppo tardi ve comunque in piena crisi dei consumi. E, come conferma l’Istat, non è un caso che a resistere meglio sono quelle attività commerciali che puntano sulla specializzazione e che almeno una parte di piccoli negozi vede meno “nero” di altre volte. Sulla contrazione, sia tendenziale che congiunturale – sottolinea il dirigente di Confesercenti – pesa soprattutto la negativa performance del comparto alimentare che si concentra come quantità di consumi e fatturati nei super ed ipermercati, oltre che nei discount. Sempre su base annua, nella grande distribuzione le vendite segnano variazioni negative sia per il 'food' (-2,9%), dove il ribasso è più accentuato, sia per il 'non food' (-1,2%). Sia chiaro anche per le imprese operanti su piccole superfici, si registra una diminuzione con un calo dell'1,9% sia per i prodotti alimentari, sia per quelli non alimentari. Guardando alla dimensione delle imprese, a marzo 2011 il valore delle vendite diminuisce, in termini tendenziali, del 2,2% nelle micro imprese(fino a 5 addetti), del 2,0% in quelle da 6 a 49 e dell'1,7% nelle imprese con almeno 50 addetti.
Quanto al valore delle vendite di prodotti non alimentari, a marzo le riduzioni più forti riguardano i gruppi 'Cartoleria, libri, giornali e riviste' e 'Giochi, giocattoli, sport e campeggio' (-2,4%), 'Abbigliamento e pellicceria e Mobili, articoli tessili, arredamento' (-2,3%). L'unico settore non in negativo è quello degli 'Elettrodomestici, radio, tv e registratori', che, però, segna una variazione nulla.
Ma in particolare l’andamento dei consumi – continua Avena – segnala ancora una volta un forte disagio economico e sociale: manca una svolta, manca la fiducia, manca lo sviluppo. Ed è un gran brutto segnale osservare che mentre la politica litiga su tutto nel frattempo, a penare sotto i colpi delle difficoltà economiche, sono soprattutto le Pmi. A Potenza – conclude – le manifestazioni dedicate al Santo Patrono sono l'occasione che i commercianti vogliono utilizzare per riavvicinare i cittadini agli acquisti nel centro storico come proposta di vita sociale e culturale in città".
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