Eipli, Mattia: non ci possono essere soluzioni pasticciate

Il consigliere del Pdl rilancia la proposta di “istituire un ‘Osservatorio regionale sull’acqua’ con sede nell’Alto Bradano. Uno strumento per accelerare il processo di riforma del sistema di gestione delle risorse idriche lucane”

“In attesa che il tavolo tecnico ministeriale romano sbrogli ‘l’intricata matassa Eipli’, individuando una soluzione che vada bene per tutte le parti istituzionali in causa ed innanzitutto per la Regione Basilicata, quindi non certamente una soluzione pasticciata, non ci resta che ricordare che nove mesi fa, vale a dire a dicembre 2011, il commissario straordinario dell’Eipli, Saverio Riccardi, con la lettera aperta al presidente sen. Emilio Colombo aveva sollecitato una doverosa riflessione politica sul futuro dell’Ente strettamente intrecciata al futuro della gestione delle risorse idriche e dei grandi impianti sul nostro territorio”. Lo afferma il consigliere regionale, Franco Mattia (Pdl), secondo il quale “la soppressione dell’Eipli, decisa dal Governo nazionale, è avvenuta in maniera troppo frettolosa, senza una valutazione approfondita e senza una adeguata concertazione con le Regioni Basilicata e Puglia, sottovalutando che un contenitore vuoto come Acqua spa non è in grado di assolvere ai gravosi compiti assolti dall’Ente e senza prevedere il coinvolgimento dei Ministeri interessati (Infrastrutture ed Agricoltura). Una soluzione ancora più rischiosa per gli effetti del provvedimento sulla spending review e il ‘dimagrimento’ di società sub-regionali e pubbliche. Tra l’altro – aggiunge – solo adesso, nell’imminenza della scadenza dell’ultima proroga, ci si preoccupa che qualcuno dovrà pure far fronte a circa 250 milioni di euro di debiti, mentre la struttura commissariale aveva già predisposto un piano di rientro della debitoria”.

“E’ il caso di evidenziare il ruolo storico dell’Ente. L’intervento ordinario dello Stato e, soprattutto, l’intervento straordinario della Cassa per il Mezzogiorno con i Progetti Speciali 14 e 23, dettero il via – sottolinea Mattia – ad una imponente serie di opere idrauliche raggruppate per ‘schemi idrici’, interconnessi per territori e per usi. Nasceva così l’uso ‘plurimo’ ed ‘interregionale’ delle acque e la necessità di un’impostazione distributiva basata sulla definizione di un bilancio idrico condiviso tra le Regioni. Il territorio della Basilicata, nel corso degli ultimi cinquanta anni – continua Mattia – è stato interessato dalla costruzione di numerose ed importanti Opere Idrauliche che hanno permesso una accelerazione dei processi di miglioramento delle condizioni socio-economiche sia di questa Regione sia della vicina Puglia. Tutti i bacini idrografici lucani, fatta eccezione per il Lao, il Noce ed il Cavone, presentano opere di sbarramento e di accumulo lungo i corsi d’acqua principali. Attraverso la costruzione su territorio lucano di numerose opere di captazione delle acque superficiali (dighe e traverse) e di opere di interconnessione delle stesse (adduttori) si sono venuti a strutturare grandi schemi idrici che utilizzano anche acque di bacini diversi”.

“La presa di coscienza sulla sostenibilità e scarsità dell’acqua, nonché sulla fragilità delle opere strutturali – afferma ancora Mattia – ha suscitato nell’ultimo decennio una notevole riconsiderazione del settore idrico, anche in termini di leggi e normative. A questa presa di coscienza è seguito l’avvio, agli inizi degli anni 90, del processo di riorganizzazione del settore idrico. Processo lungo e difficile che solo recentemente sta avendo una concreta attuazione. La legge 36/94 (cosiddetta legge ‘Galli’ ) ha portato profonde innovazioni per la razionalizzazione del settore potabile e degli enti gestori, ma ha anche reso possibile, con l’articolo 17, un forte coinvolgimento dello Stato, per ciò che concerne la realizzazione e la gestione delle opere di trasferimento interregionale dell’acqua, consentendo, altresì, di sottoscrivere Accordi di Programma fra Regioni che condividono il sostegno reciproco per i propri fabbisogni. Su tali basi, le Regioni Basilicata e Puglia, di concerto con l’allora ministero dei Lavori Pubblici, hanno sottoscritto in data 5 agosto 1999 un ‘Accordo di Programma’ volto a definire un quadro di riferimento a regime delle risorse idriche condivise dalle due Regioni. E’ da sottolineare che l’accordo Basilicata – Puglia, costituisce il primo esempio in Italia per una collaborazione fattiva, mutualistica e solidale di un buon governo delle acque. Nelle motivazioni e negli obiettivi dell’Accordo di Programma Basilicata – Puglia, preminente – evidenzia Mattia – è da considerare la verifica del rapporto disponibilità/fabbisogni, sia nello stato attuale, che nella prospettiva temporale. Ciò, al fine di mettere in condizione l’Autorità di Governo di programmare gli usi dell’acqua condivisa, fra territori serviti e fra usi alternativi, anche in funzione di eventuali emergenze idriche”.

Mattia ricorda infine che “la vicenda del mega appalto di lavori, per un importo di 69 milioni di euro, dell’ ‘Attrezzamento Settore G Marascione’, si trascina da troppo tempo” e che “i ritardi della Regione nelle procedure attivate o da attivare non sono più tollerabili”.
Il consigliere del Pdl, per questa ragione, rilancia “la proposta di istituire un ‘Osservatorio regionale sull’acqua’ con sede nell’Alto Bradano al quale affidare compiti di ricerca sulla quantità e la qualità dell’acqua nel territorio regionale e di studio degli aspetti tecnici, economici e sociali del ‘mercato’ dell’acqua; di definizione degli strumenti e delle azioni al fine di ridurre gli sprechi ed impedire l’inquinamento dei corsi d’acqua; di monitoraggio dell’attuazione del programma di lavori degli schemi idrici Basento-Bradano, (oltre che del ‘Distretto G’- Marascione) finalizzati al miglioramento dell’irrigazione dell’Alto Bradano e degli altri comprensori irrigui della regione; di coordinamento delle attività degli enti e degli organismi che hanno competenze specifiche per il programma delle opere idriche ed irrigue. Uno strumento per accelerare il processo di riforma del sistema di gestione delle risorse idriche lucane”.

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