Usura, Navazio: che fine ha fatto il fondo di prevenzione?

Il capogruppo di “Io amo la Lucania” auspica che venga “convocato un tavolo tecnico, insieme agli operatori ed alle autorità ministeriali e regionali, affinché si dicano chiaramente le ragioni ed i limiti che impediscono il pieno utilizzo dei fondi”

All’indomani del dibattito in aula su un pacchetto di interrogazioni presentate dal consigliere regionale Alfonso Ernesto Navazio, che mirava ad ottenere un’indagine conoscitiva sulle leggi regionali emanate ma di cui non si conosce ancora lo stato di attuazione da parte della Giunta regionale, oggi il Presidente del movimento politico Io Amo la Lucania pone l’accento su di una in particolare: "rendicontare al Consiglio Regionale le attività svolte dal fondo di prevenzione per le vittime dell’usura".

Nello specifico veniva chiesto all’assessore alla Sanità, Attilio Martorano, "di ottenere la relazione annuale sulle attività svolte dal Fondo di Prevenzione dell’usura e delle estorsioni che annualmente la Regione stanzia e mette a disposizione delle strutture di garanzia ed erogazione del credito".

“In un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo – precisa Navazio – è necessario capire con maggiore impegno da parte di noi tutti se è il caso di modificare qualcosa nell'impianto legislativo, oppure capire in che modo le associazioni impegnate nella lotta all’usura, si rapportano, per modificare qualcosa. Comprendere perché il fondo 2010, impegnato nel 2011, di 400 mila euro, rimane lì o se nell'assestamento di bilancio, è andato a rimpinguare il nuovo fondo per l'anno successivo, oppure se queste somme sono state semplicemente dirottate su altri capitoli. E quindi quali sono le ragioni”.

Non si fermano, dunque le riflessioni del consigliere Navazio "su un argomento che sembra ormai attecchire giorno per giorno – afferma il capogruppo di Ial – e soprattutto dopo la risposta data dall’assessore Martorano secondo cui, la relazione non sarebbe stata resa perché non elaborata, e che la causa è insita nel fatto che il Fondo è rimasto inutilizzato”. Il presidente di Io Amo la Lucania chiedeva di comprendere che fine avessero fatto queste risorse e ragionare sulle attività da intraprendere “affinché, la rincorsa ad una mera visibilità fatta solo di parole anche solo per lavarsi la coscienza, possa tramutarsi in azioni concrete per dare un significativo supporto alle vittime dell’usura”.

L’interrogazione, precisa Navazio, è scaturita dalle accorate istanze da parte di piccolissimi imprenditori che, pur avendo i requisiti, hanno visto rifiutata la loro domanda di accesso al Fondo, sia a quello regionale che nazionale. “A questo proposito, aggiunge Navazio, mi preme sollecitare tutti gli organi istituzionali coinvolti, ad agire urgentemente affinché l’accesso al credito antiusura sia effettivo. È una questione prima di tutto morale, considerato che vi sono somme a disposizione che non vengono utilizzate per il bene comune, ed è una questione sociale urgente, atteso che si tratta di evitare il reale pericolo di consegna agli usurai di altre piccole imprese”. Il sollecito fa riferimento sia al Fondo regionale che a quello nazionale antiusura, che – spiega l’esponente di Io Amo la Lucania, “pur se gestiti da autorità diverse, soffrono il medesimo problema dello scarso impiego”.

“È un tema – continua Navazio – che non può incontrare l’ostacolo delle procedure bancarie o amministrative atteso che i protocolli operativi sono già chiari, e se ancora persistono resistenze esse vanno urgentemente superate”. A questo punto, il Presidente del movimento politico Ial auspica che venga “urgentemente convocato un tavolo tecnico, insieme agli operatori ed alle autorità ministeriali e regionali, affinché si dicano chiaramente le ragioni ed i limiti che impediscono il pieno utilizzo dei fondi antiusura".

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