"La montagna ha partorito il topolino. I toni trionfalistici sulla “pre-intesa” dei precari all’assistenza tecnica fondi europei è un atto di mera esternalizzazione di servizi e non di salvaguardia di occupazione di lavoratori, i quali, a fronte di un’esperienza professionale di alta qualità, vedono mortificato il loro curriculum. USB – dichiara in una nota il coordinatore Francesco Castelgrande – continua nella battaglia nei confronti di una Regione che non si pone il problema della risoluzione del precariato e che continua a giocare sulle sorti di tantissimi lavoratori, che dopo oltre 10 anni di lavoro all’interno delle strutture regionali, ripartono da zero con un fasullo contratto a tempo indeterminato(visto che la gara prevede massimo 4 anni + massimo tre anni di proroga e comunque non oltre il 31.12.2023) e, peraltro,con un contratto part-time, in quanto i lavoratori presteranno servizio per 35 ore e non per l’intero orario previsto dal contratto.
Tutto questo sicuramente per nascondere la mancata erogazione di alcuni benefici a favore dei lavoratori. Aspettiamo di conoscere nel dettaglio la “pre-intesa”. Un dato è certo: la Regione Basilicata continua a prendere tempo rispetto all’applicazione della legge Madia e non produce atti formali circa il fabbisogno e la stabilizzazione di chi ha maturato tali diritti.
USB si batterà sempre per non esternalizzare i servizi e per la tutela e la piena occupazione di chi ha maturato un’esperienza decennale e oggi è costretto a metterla a disposizione di privati. La Pubblica Amministrazione ha il dovere di rispettare gli impegni presi e soprattutto deve rispettare quanto scritto in atti trasmessi alla Comunità Europea, non per creare precariato, bensì occupazione stabile".
Bas 05