Tempa Rossa, Ugl: netta prevalenza lavoratori comunitari

La situazione occupazionale discussa in quarta Commissione con i responsabili Ugl (Unione generale del Lavoro). Ascoltati il segretario generale Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi ed il responsabile Ugl del sito Total di Tempa Rossa, Rocco Magaldi

Il Piano occupazionale&nbsp; &ldquo;Tempa Rossa&rdquo; all&rsquo;attenzione della quarta Commissione consiliare (Politica sociale) convocata da Luigi Bradascio.<br /><br />&quot;Troppa manodopera proveniente dai Paesi comunitari, molto poca quella lucana ed italiana con ingiustificate diversit&agrave; contrattuali e mancanza di tutela per la professionalit&agrave; locale&quot;. Queste le forti criticit&agrave; espresse dai responsabili dell&rsquo;Ugl in merito alla situazione occupazionale di Tempa Rossa. &quot;A questo si aggiunge &ndash; hanno&nbsp;evidenziato – il fatto che le aziende stanno ritardando i pagamenti ai lavoratori locali da due mesi&quot;.<br /><br />Il segretario generale Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi, ha posto subito in evidenza il fatto che &ldquo;la stragrande maggioranza della manodopera &egrave; straniera e&nbsp;che usufruisce di contratti pi&ugrave; vantaggiosi soprattutto dal punto di vista temporale, rimanendo, per il resto, in vigore la strategia del rinnovo contrattuale trimestrale&rdquo;.<br /><br />Il responsabile Ugl del sito Total di Tempa Rossa, Rocco Magaldi, ha dapprima fatto la cronistoria dell&rsquo;impianto, partendo dall&rsquo;accordo tra Regione e Total fino alla Tecnimont, azienda appaltatrice&nbsp;per poi giungere ad&nbsp;un gruppo di imprese&nbsp;(Siges Spa, Parese Spa, Tc Impianti, Tecno Mec). &ldquo;La realt&agrave; &ndash; ha specificato Magaldi &ndash; &egrave; racchiusa nell&rsquo;anomalia che il 60 &ndash; 65 per cento della manodopera giunta &egrave; comunitaria, con un 20 &ndash; 25 per cento di lavoratori non stranieri specializzati gi&agrave; dipendenti delle aziende stesse. Dinanzi a questi dati appare assolutamente evidente la discrepanza con il numero di lavoratori sia lucani che provenienti dalle regioni limitrofe. Altro passaggio, nella miriade di cambi di rotta occupazionali, a maggio, con l&rsquo;uscita di scena della Tecno Mec e della Parese Spa e con la Siges che diviene capofila. E la serie di cordate non finisce qui. Alla luce dei vari mutamenti &ndash; sottolinea Magaldi &ndash; resta il gioco delle scatole cinesi che vede persone comunitarie vivere in case affittate dalle aziende ed in possesso di carta di identit&agrave; italiana. 2000 circa i dipendenti – specifica -&nbsp;di cui il 70 per cento comunitari, il 10 per cento lucani ed il restante 20 per cento italiani. Il fatto eclatante &egrave; che gli stranieri all&rsquo;inizio sono partiti con un contratto di 6 &ndash; 8 mesi, per poi arrivare a contratti di tre o due mesi. Il contratto dei locali, viceversa, prevede una settimana, 15 giorni, 1 mese, 2 mesi al massimo. Quello che diviene una vera grave discriminante – sostiene Magaldi -&nbsp; &egrave; il ritardo, lo ribadisco, nei pagamenti ai locali e la mancanza, ancora una volta, di tutela per la professionalit&agrave; di questi ultimi, professionalit&agrave; ben presente in regione. Allora &ndash; conclude &ndash; non si guarda o non si vuol guardare, intanto i lavori procedono, sono secondo le stime ufficiali intorno all&rsquo;80 per cento e la situazione non migliora. Nessuno prende le sue responsabilit&agrave; denunciando uno stato di fatto a dir poco precario. Manca del tutto il controllo e con l&rsquo;avanzare dei lavori chi andr&agrave; per primo a casa sar&agrave; il lavoratore lucano. Il problema non sta nella qualit&agrave; della prestazione, piuttosto in una scelta consolidata di rivolgersi a personale comunitario nell&rsquo;ambito di un turn over aziendale a dir poco inconsueto. Per conto nostro siamo pronti a confrontarci con gli altri sindacati, rivedendo gli accordi non mantenuti ed evitando l&rsquo;ormai obsoleto gioco delle tre carte&rdquo;.<br /><br />Intervenuto nella discussione il consigliere Romaniello (Gm) che ha ricordato come &ldquo;le problematiche legate all&rsquo;occupazione a Tempa Rossa sono state pi&ugrave; volte oggetto di discussione e che il reclutamento del personale &egrave; tema oltremodo delicato, andando ad interessare anche il diritto comunitario. Sono state messe in discussione una serie di norme &ndash; ha continuato &ndash; ed abbiamo assistito alla destrutturazione dell&rsquo;intero sistema di reclutamento. Utile e necessario mettere insieme le varie organizzazioni sindacali che dovranno essere audite, inducendo, nel contempo, la Giunta regionale a dare risposte in tempi brevi. Fondamentale &ndash; ha concluso – &egrave; evitare lo scontro tra i lavoratori, recuperando il tempo perduto e rivedendo, anche se i lavori ormai sono in fase di arrivo, le modalit&agrave; di assunzione, sull&rsquo;esempio di quello che fu fatto a suo tempo per la Fiat&rdquo;.<br /><br />Il consigliere Miranda Castelgrande (Pd) ha riferito che &ldquo;le criticit&agrave; dell&rsquo;occupazione a Tempa Rossa sono gi&agrave; all&rsquo;attenzione dell&rsquo;assessore Cifarelli che sta procedendo agli incontri del caso per giungere ad una soluzione condivisa e subitanea&rdquo;.<br /><br />Il presidente Bradascio ha assicurato l&rsquo;impegno totale della Commissione &ldquo;affinch&eacute; si faccia pressione presso il Dipartimento &lsquo;Attivit&agrave; produttive&rsquo; per la istituzione di un tavolo che veda la presenza di Total, dei lavoratori, dei sindacati&nbsp;e della Regione. Considerando la sensibilit&agrave; dell&rsquo;assessore Cifarelli &ndash; ha sottolineato &ndash; sono certo che a breve si giunger&agrave; ad una soluzione, sciorinando e discutendo ogni aspetto relativo ad un problema che riguarda non solo il lavoro degli occupati a Tempa Rossa, ma lo stesso futuro della regione&rdquo;.<br /><br />Presenti in quarta Commissione, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Giannino Romaniello (Gm), Carmine Miranda Castelgrande (Pd), Giovanni Perrino (M5s) e Gianni Rosa (Lb-Fdi).<br />

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