“L’avvio dell’anno scolastico 2017/2018 si è presentato ancora una volta carico di problemi derivanti dai provvedimenti governativi degli ultimi anni e dalla progressiva e inarrestabile applicazione della legge della “Buona Scuola” che hanno causato una pesante riduzione del servizio scolastico sia in termini di efficienza che di efficacia e qualità”. Lo affermano, in un comunicato stampa, Eustachio Nicoletti Segretario Generale Cgil Matera e Angela Uricchio Segretaria Generale Flc Cgil Matera.
“Per i dirigenti, gli insegnanti, il personale Ata, per gli alunni e per le famiglie – si legge nella nota – non essendoci state modifiche o interventi alle norme vigenti, l’anno scolastico si presenta con non poche difficoltà, particolarmente evidenti nelle scuole del Mezzogiorno e della Basilicata, costrette ad affrontare svariate e numerose problematicità sul versante dell’organizzazione e su quello delle attività didattiche.
Il MIUR non ha fatto nulla per costruire strumenti utili a conoscere e monitorare i problemi e le difficoltà delle scuole, per prevedere e realizzare attività di formazione adeguata alla necessità di gestire le problematiche; per ricercare le soluzioni organizzative e contrattuali necessarie a garantire comunque quantità e qualità dei servizi; per fornire l’indispensabile supporto anche attraverso le strutture decentrate del Ministero sul territorio (Uffici Scolastici regionali e provinciali).
La responsabilità del funzionamento della scuola pubblica, quindi, sarà ancora una volta posta in carico a tutto il personale scolastico, peraltro messo a dura prova dagli interventi ideologici previsti dalla legge 107/ 2015, costretto a fronteggiare sia le grandi difficoltà organizzative che la giusta protesta di studenti e genitori causate dalla riduzione complessiva dell’offerta scolastica.
A questi problemi di ordine generale si aggiungono quelli specifici della Basilicata, derivanti dalla riduzione di posti che, per effetto della ingiusta normativa, a partire dall’a.s. 2007/2008, ha assegnato gli organici tenendo conto solo della popolazione scolastica, senza considerare né le particolari condizioni socio-economiche ed orografiche del territorio né tantomeno quelle dell’organizzazione differenziata delle attività didattiche nella scuola primaria e superiore di primo e secondo grado. Per questo la scuola lucana non potrà garantire appieno alle numerose e piccole comunità lucane il diritto allo studio attraverso un’offerta formativa adeguata né le condizioni minime di sicurezza e di sorveglianza degli alunni.
Le problematicità create dai provvedimenti della “Buona Scuola”, unitamente ai consistenti tagli degli organici (circa 4000 dal 2007/2008 in Basilicata) e alle scarse risorse economiche rischiano dunque di condannare definitivamente all’arretratezza la regione Basilicata allontanandone le possibilità di sviluppo, anche in considerazione della persistente crisi economica che richiederebbe invece scelte completamente diverse, come quella di investire sull’istruzione formazione pubblica, potenziandone la qualità e le strutture di supporto.
Al sottosegretario Ministero dell’istruzione, università e ricerca sottoponiamo questo documento che fotografa la situazione della scuola nella Provincia di Matera, aggravatasi sicuramente con la Buona Scuola, ma progressivamente depotenziata e danneggiata dal 2006/2007 per interventi governativi deleteri oltre che da scelte opportunistiche e scorrette nel merito e nel metodo operate dalla Regione Basilicata.
Il sistema scolastico lucano è stato infatti condizionato da alcuni specifici elementi di contesto come la riduzione del 23,5% del personale scolastico (a fronte della riduzione del 10% della popolazione scolastica), la perdita di circa 3.500 posti, il sottodimensionamento di numerose istituzioni scolastiche, l’aumento delle percentuali di alunni che frequentano le pluriclassi (6/7 %).
In un contesto già così difficile, in questi anni, la Regione Basilicata non è stata in grado di dare risposte adeguate. Al di là delle dichiarazioni di principio, di percorsi di RIFORMA più annunciati che praticati, di finalità e obiettivi dichiarati e condivisibili, di fatto le “politiche” scolastiche regionali hanno costruito un sistema parallelo a quello d’istruzione pubblica e statale, declinandolo in un'ottica forzatamente regionalista e "localista".
Una scelta che non solo ha leso l'esercizio reale di un diritto universale quale è il diritto all'istruzione, che è premessa al pieno diritto di "cittadinanza", ma che non è riuscita nemmeno nell’intento di dar vita ad un sistema integrato di istruzione e formazione capace di mettere in relazione virtuosa cultura, istruzione, formazione, lavoro, investimento sociale e individuale.
I dati della mobilità annuale confermano che l’intervento agostano del sottosegretario De Filippo su un quotidiano locale carico di positività per il rientro definitivo in Basilicata di ben 290 docenti, (per la FLC CGIL solo 165), non hanno trovato corrispondenza neanche con l’analisi della mobilità annuale.
Infatti, il parziale risultato positivo nella fase dei trasferimenti (rientro di soli 98 docenti), nella provincia di Matera non ha certamente risolto gli effetti deleteri del fenomeno migratorio dei docenti lucani lontani dalle province di residenza.
La prova è rappresentata dal numero di docenti su posti normali e di sostegno che hanno prodotto domanda di avvicinamento dalle regioni del Centro – Nord (281) e gli ulteriori 251 che risultano titolari nelle regioni limitrofe (Puglia – Campania – Calabria) che nella maggior parte dei casi richiedono la stanzialità nel luogo di lavoro.
Crediamo che la condizione in cui versano il sistema scolastico italiano e lucano in particolare, non meritino una mera attenzione virtuale, mediatica o di facciata perché gli effetti dei provvedimenti realizzati dai Governi che si sono susseguiti in questi anni, hanno assunto in Basilicata una valenza tanto dirompente quanto drammatica, generando gravi menomazioni ai capisaldi irrinunciabili dell’organizzazione del servizio scolastico: il tempo scuola, la relazione educativa, i servizi amministrativi e ausiliari, l’esercizio effettivo del diritto all’istruzione sancito dalla nostra Costituzione e dalle convenzioni internazionali.
E il diritto allo studio non ha certo bisogno delle passerelle elettorali che da qualche tempo sfruttano l’evento di Matera – Capitale Europea della Cultura 2019.
Necessita di progetti, interventi e investimenti concreti e professionali che rilancino il ruolo della Scuola Pubblica e statale”.
bas04