Sanità, Consiglio approva Piano Operativo territoriale

Si tratta di un provvedimento generale di programmazione dell’assistenza sanitaria territoriale ai sensi dell’art.1, comma 2 del D.M. 77/2022

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità dei votanti (Lega, Idea, Bp, FI, FdI, Gm) la delibera di Giunta regionale riguardante il Piano Operativo Territoriale, inteso quale provvedimento generale di programmazione dell’assistenza sanitaria territoriale ai sensi dell’art.1, comma 2 del D.M. 77/2022 “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”. “Il D.M. 77/2022 – si legge nella delibera di Giunta regionale – costituisce di fatto la riforma di settore del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), mediante l’individuazione di una nuova rete di assistenza sanitaria territoriale con la definizione di modelli e standard per tutti gli interventi previsti dalla componente 1 della Missione 6 “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” del PNRR che sono considerate in una ottica più ampia e integrata anche attraverso l’analisi di strumenti e ruoli trasversali propedeutici al potenziamento dell’assistenza territoriale”.

Alla base del Piano, illustrato dell’assessore alla Sanità, Francesco Fanelli, l’esigenza di promuovere un’assistenza territoriale efficace, sicura, tempestiva, equa ed integrata. Risultato da raggiungere avviando concretamente le Case di Comunità (CdC), gli Ospedali di Comunità (OdC), le Centrali Operative Territoriali (COT), utilizzando le professionalità necessarie come l’infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), e applicando modelli organizzativi e di servizio come l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI).

Facendo leva sul raccordo tra componente sanitaria e componente sociale così da garantire in maniera integrata le prestazioni sociosanitarie, il Piano individua quattro punti strategici tesi a garantire e stimolare il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza; favorire la prossimità e l’appropriatezza dell’assistenza; valorizzare il governo del rischio clinico; assicurare l’equità e promuovere la partecipazione dei pazienti, familiari, cittadini e delle loro organizzazioni rappresentative. Il Distretto costituisce l’ambito territoriale dove assicurare l’assistenza territoriale integrata. Distretti che passano da 9 a 6 (non cambiano i confini amministrativi, gli ambiti sociali restano 9). Ai sensi del D.M. 77, infatti, il distretto deve essere geograficamente riposizionato in una nuova dimensione demografica, secondo un range di popolazione compreso tra i 100.000 e 180.000 abitanti. I distretti individuati sul territorio lucano sono quelli del Vulture Alto Bradano con 88.310 abitanti; Val d’Agri Marmo Platano con 83.506 abitanti; Potenza Alto Basento con 113.152 abitanti; Lagonegrese Pollino con 63.368 abitanti; Matera Medio Basento con 115.975 abitanti; Metaponto collina materana con 75.688 abitanti.

Verranno attivate 6 centrali operative (COT) nei comuni di: Venosa, Marsicovetere, Potenza, Lagonegro, Matera, Policoro; 7 Case della Comunità Hub (I livello) a: Lavello, Sant’Arcangelo, Potenza, Lagonegro, Irsina, Montescaglioso e Montalbano Jonico; 12 Case della Comunità Spoke (II livello) a: Genzano, San Fele, Vietri di Potenza, Corleto Perticara, Anzi, Avigliano, Maratea, Senise, Viggianello, Garaguso, Ferrandina e Tursi; 5 Ospedali di Comunità di 20 posti letto a: Venosa, Muro Lucano, Maratea, Pisticci e Stigliano.

Con il Piano entreranno in azione gli infermieri di famiglia o comunità (IFoC) e le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA). Per ogni COT (centrali operative) sono previsti 5-6 infermieri, 1 coordinatore infermieristico e 1-2 figure di supporto (sanitario e amministrativo). Per ogni casa della comunità hub stabilito un organico composto dai 7-11 infermieri, 1 coordinatore infermieristico, 1 assistente sociale e 5-8 figure di supporto (sanitario e amministrativo).

Per ogni ospedale di comunità il Piano ha messo in conto 9 infermieri, 6 figure di ruolo tecnico, 2 figure di personale di supporto (sanitario e amministrativo) e medici 4,5/die sei giorni su sette. Secondo il 'DM 71' si ipotizza uno standard minimo di 1 Infermiere di Famiglia o di Comunità ogni 2.000/3000 abitanti. Per le Unità speciali di Continuità Assistenziale si ipotizza uno standard ottimale di almeno 1 medico e 1 infermiere ogni 100.000 abitanti. Risultano attivate 11 USCA (4 presso ASM e 7 presso ASP), ma è da valutare quante ne dovranno restare attive una volta finita l’emergenza”.

Precedentemente il consigliere Vizziello (BO) aveva chiesto l'anticipazione della discussione della mozione “Disegno di legge recante Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni.  Richiesta bocciata dalla maggioranza. Subito dopo il consigliere Cifarelli (Pd) in segno di protesta per il mancato accoglimento dell'istanza ha dichiarato di abbandonare l'Aula..  Posizione condivisa dai consiglieri Leggieri (M5s)e  Zullino (BO)  che hanno evidenziato la mancata votazione di una eventuale risoluzione al termine del dibattito sviluppatosi durante lo scorso Consiglio regionale straordinario. Successivamente, sono intervenuti i consiglieri Braia, Giorgetti e Cariello che hanno sollecitato il Governatore Bardi a dedicare, durante la prossima seduta consiliare., un ulteriore momento di approfondimento con la conseguente votazione di una eventuale risoluzione. Il presidente dell'Assemblea, Cicala, ha comunicato di inserire l'argomento all'ordine del giorno della prossima conferenza dei capigruppo.     

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