“Trattenuti 2024” , focus sui Cpr

Cinquantamila persone straniere detenute dal 2014 al 2023 in centri che violano i diritti umani e sono un disastro per le finanze pubbliche: si delinea uno scenario di progressiva e deliberata confusione tra sistema di accoglienza e detentivo. Così i Cpr in Italia appaiono il reale modello di disumanità e gestione incontrollata per i nuovi centri di trattenimento in Albania targati Governo Meloni. Un sistema inumano e costoso, inefficace e ingovernabile. Sono questi i tratti caratteristici del sistema dei Cpr raccolti nell’aggiornamento 2024 del report “Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari. Un lavoro di analisi dettagliata di dati sul sistema di detenzione volto al rimpatrio dal 2014 al 2023, raccolti grazie a 97 richieste di accesso agli atti a Ministero dell’Interno, Prefetture e Questure e a 53 richieste di riesame. Dal dato complessivo fino alla singola struttura, tutte le informazioni sono disponibili in formato accessibile e aperto sulla piattaforma Trattenuti (https://trattenuti.actionaid.it/), con la possibilità di approfondire i singoli centri compreso quello di Palazzo San Gervasio (PZ).

Nel periodo 2018-2023, il Cpr di Palazzo San Gervasio ha registrato una media di 56 presenze giornaliere e di 701 ingressi annuali, 839 nel 2023. Il tempo di permanenza medio è stato di 39,3 giorni (37 nel 2023), più alto rispetto alla media nazionale. La percentuale media di ingressi dal carcere (18%) è superiore di tre punti percentuali rispetto alla media nazionale, ma arriva al 26% nel 2023.

Quello di Palazzo San Gervasio è un Cpr che pare fare storia a sé.” Spiega Campesi, esperto di detenzione amministrativa e rimpatri dell’Università di Bari, “diversamente da quanto accade per i centri di frontiera e per quelli che funzionano come propaggine del carcere, l’elevata incidenza di richiedenti asilo sembra riflettersi sulla percentuale più elevata di dimissioni per provvedimento dell’autorità giudiziaria e sulla bassa incidenza dei rimpatri”.

La percentuale media di rimpatri eseguiti dal Cpr di Potenza è del 35%: più bassa di oltre dieci punti percentuali della media nazionale del periodo, tocca nel 2023 il 25% degli ingressi. Molto più alta la percentuale di uscite per non convalida dell’autorità giudiziaria (33% tra 2018 e 2023), che arriva al 44% degli ingressi nel 2023, dato quest’ultimo da associarsi all’elevata incidenza dei richiedenti asilo trattenuti nel Cpr (che ha un valore doppio, pari al 43%, rispetto alla media nazionale tra 2018 e 2023 e) che nel 2023 arriva addirittura al 77%.

A giugno 2023 a seguito di gara pubblica la gestione del Cpr è stata assegnata alla coop. Officine Sociali. La cooperativa ha sostituito Engel Italia Srl (e Martinina Srl) nella gestione del Cpr di Palazzo San Gervasio, unendosi tuttavia a queste ultime per candidarsi alla gestione dei Cpr di Gradisca e di Torino. Pur essendo già stata esclusa per gravi irregolarità dalla partecipazione a gare per la gestione di numerosi altri Cpr (Roma, Trapani, Caltanissetta, Bari) la cooperativa continua a ottenere la gestione di strutture per migranti. Si tratta di imprese sociali che vantano una specializzazione nella conduzione di luoghi di trattenimento per migranti e di soggetti gestori sistematicamente esclusi dalle gare, il più delle volte a causa di illeciti e reati contro la Pubblica Amministrazione, peraltro attinenti all’esecuzione di contratti stipulati proprio con gli Uffici Territoriali del Governo.

“Il caso di Officine Sociali è interessante proprio perché è indicativo del complesso intreccio che lega i soggetti coinvolti nella gestione delle strutture per migranti, in particolare detentive. Ci sono gestori di CPR esclusi dalle gare delle prefetture, il più delle volte a causa di illeciti e reati contro la Pubblica Amministrazione. Ma che partecipano a nuove gare e continuano a gestire CPR in altre regioni” spiega Fabrizio Coresi, esperto di migrazioni per ActionAid, “I gestori sono sempre gli stessi. Questi enti producono un guadagno non erogando quanto previsto dal contratto e facendo leva sui mancati controlli delle prefetture. Anche per questo, visti i monitoraggi come il nostro, sono sempre meno i soggetti disposti a gestire questi luoghi, soggetti che spesso si alleano con i propri concorrenti per vincere le gare”.

Nel periodo 2018-2023, il Cpr di Palazzo San Gervasio ha avuto un pro-capite pro-die medio di euro 30,85 (36,83 nel 2023), al di sotto del dato nazionale. Nello stesso periodo il costo complessivo della struttura è stato di 7 milioni di euro, di cui il 21% spesi per costi di manutenzione straordinaria. Nel 2023 il Cpr di Palazzo San Gervasio è costato oltre un milione e 900mila euro, per un costo medio di un singolo posto di quasi 33mila euro. Nell’ultimo biennio si nota un aumento dei costi di gestione e in particolar modo delle manutenzioni straordinarie: gli anni 2022-2023 costano complessivamente più dei 4 anni precedenti, oltre 3 milioni e 800mila euro (a fronte di 3 milioni e 100mila circa spesi tra 2018 e 2021), dei quali oltre 1 milione e 300mila euro per le sole ristrutturazioni.

Le elevate spese di manutenzione straordinaria registrate sono un chiaro indicatore, assieme alla continua oscillazione dei posti effettivamente disponibili nel centro, dell’invivibilità della struttura, sottoposta a continui danneggiamenti e a sistematiche ristrutturazioni straordinarie.

Costi esorbitanti ma sottostimati, poiché non includono “spese accessorie” come quelle connesse alla presenza delle forze dell’ordine impegnate a presidio della struttura. A Palazzo San Gervasio in media si spendono 680mila euro l’anno per vitto e alloggio delle forze dell’ordine impegnate nel presidio del Cpr tra il 2018 e il 2023, per un totale di oltre 4 milioni e 100mila euro nel periodo considerato. Se a questi si sommano i costi di gestione e ristrutturazione la struttura costa mediamente oltre un milione e 850mila euro l’anno e complessivamente oltre 11 milioni e 120 mila euro tra 2018 e 2023. Contemplando anche le spese accessorie per vitto e alloggio per le forze dell’ordine, nel 2023 il costo medio di un posto presso il Cpr del comune lucano costa oltre 45.500 euro. 

 

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