“50 anni con Wim Wenders”

“Perché tanti viaggi, spostamenti nei miei film? Perché è quello che faccio nella vita. Viaggiare, transitare  è per me veramente un movimento fenomenologico. Vuol dire semplicemente che accade qualcosa, non necessariamente che qualcosa si trasformi” . Indubbiamente  è il  viaggio il tema che fa da “fil rouge” nella corposa filmografia di Wim Wenders, però è pur vero che attraverso la costanza del viaggio   trovano posto   altri contenuti ad esso collegati: come il rapporto storie-immagini, il paesaggio, la riflessione sulla comunicazione,  un nuovo modello del vivere dentro la società contemporanea dell’impazienza e della frenesia. Di questo (ed altro) si parlerà in “50 anni con Wim Wenders: da Alice nelle città” a  Perfect days”, incontro  che si tiene il 7 novembre (ex-sala consiliare, ore 17.00)  e collocato negli appuntamenti  a latere delle proiezioni di “Frammenti autoriali”, rassegna sulle nuove cinematografie del mondo organizzata da Festival Internazionale Marateale, Gal-La cittadella del Sapere  ed Associazione Culturale “la Biblioteca  Rivellese”. L’incontro è un viaggio (appunto) per attraversare  cinquant’anni del cinema wendersiano,  anche se poi va ricordato che il regista tedesco iniziò a cimentarsi dietro la macchina da presa col formato breve già a metà degli anni sessanta e prima che arrivasse  sullo schermo   “Alice nelle città” (1974) – che narra dell’incontro tra un uomo e una bambina e del mutamento generato in loro  dal  viaggio che intraprendono insieme –  erano già  usciti tre lungometraggi: “Estate in città” (1969), “La paura del portiere prima del calcio di rigore” (1971) e “La lettera scarlatta” (1972).  In tutto il suo “cinema viandante”, Wim Wenders   dà prova di uno spregiudicato e  filosofico sperimentalismo linguistico, di una messinscena  e  di una densità tematica che  lo affermeranno, opera dopo opera,   in   un guru  in assoluto della settima arte. Tra gli altri  film che hanno ottenuto  importanti riconoscimenti non vanno dimenticati “Paris, Texas” (1984),  Palma d’Oro a Cannes,   “Il cielo sopra a Berlino” (1987), premio per la regia alla Croisette. E sempre a Cannes nel 2023 è stato  premiato  con la Palma d’oro per l’interpretazione  del giapponese Koji Yakusho in “Perfect days”, un film semplice e politico che attraverso i gesti quotidiani del protagonista (ci) suggerisce la possibilità di un’altra esistenza: più serena, autentica e in armonia con se stessi e quanto ci circonda. All’incontro, oltre a Mimmo Mastrangelo, curatore della rassegna “Frammenti autoriali”, intervengono Giuseppe Ferrari, presidente dell’Associazione Culturale “La biblioteca Rivellese”, Nicola Timpone, direttore del “Festival Internazionale Marateale” e  il professore Giuseppe Di Nubila del direttivo della “Biblioteca Rivellese”.

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