L’inquinamento acustico è forse una delle problematiche ambientali più difficilmente trattabili e rappresenta un indicatore del degrado ambientale di peso non trascurabile.
La legge quadro n.447/95 definisce l’inquinamento acustico come l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi.
Gli effetti dell’inquinamento acustico sono diversi a seconda dell’intensità del rumore: dall’emicrania all’insonnia, dai disturbi uditivi allo stress, fino al dolore vero e proprio superata la soglia di 130 db di intensità.
Le principali fonti di rumore, che interessano da un punto di vista ambientale, sono in ordine di importanza:
- il traffico (traffico veicolare, ferroviario e aeroportuale);
- le attività industriali ed artigianali;
- le attività musicali e ricreative;
- le attività e fonti di rumore in ambiente abitativo.
La Legge Quadro sull’inquinamento acustico ed i successivi decreti attuativi intervengono in materia di tutela acustica del territorio, non solo sottoponendo le opere ingegneristiche a valutazione previsionale del clima acustico e/o di impatto acustico, ma imponendo la zonizzazione degli ambiti territoriali comunali a seconda che si tratti di aree particolarmente protette, aree prevalentemente residenziali, aree di tipo misto, aree di intensa attività umana, aree prevalentemente industriali o di aree esclusivamente industriali.