“L’annuncio del ministro Gelmini di introdurre dal nuovo anno scolastico graduatorie regionali per i docenti è una pesante concessione alla Lega che colpisce soprattutto i precari meridionali e rappresenta un pesante attacco al modello di istruzione pubblica nazionale”. A sostenerlo è Antonio Autilio (Idv), assessore regionale uscente alla Formazione, Lavoro e Cultura.
“Come coordinamento degli assessori regionali alla Istruzione – sottolinea Autilio – siamo riusciti in passato, attraverso un fronte istituzionale unitario, con l’eccezione delle Regioni Veneto e Lombardia, a sventare ogni tentativo del Ministro Gelmini di “spacchettare” l’istruzione, facendo prevalere interessi di parte a quelli generali della qualità dello studio e dei diritti dei docenti ad insegnare in una qualsiasi scuola del Paese. Siamo in attesa di verificare adesso la posizione che assumeranno le nuove giunte di Lazio, Campania, Calabria che in precedenza si sono battute con la Regione Basilicata proprio per evitare le graduatorie regionali del personale della scuola e tutelare i docenti in gran parte del Sud che lavorano al Nord dove la carenza di docenti e personale amministrativo ed ausiliario si è fatta sentire per anni. Ci preoccupa inoltre la tesi leghista che ha trovato accoglimento nel governo di centrodestra, ancora una volta a testimonianza che dopo le elezioni regionali è sempre più “ostaggio” del partito di Bossi, perché – dice Autilio – non è certo questo il federalismo a cui pensiamo. Valorizzare e promuovere la cultura del territorio, come stiamo facendo in Basilicata con il “rafforzamento” dell’identità e delle radici lucane e quindi favorendo lo studio di scrittori, poeti, uomini della cultura e della scienza che hanno vissuto nella nostra regione non significa pensare ad un sistema scolastico diverso, ad esempio, da quello veneto. Per questo accogliamo l’appello partito da organismi di base dei docenti per far diventare il prossimo primo maggio, in aggiunta ai temi decisi da Cgil, Cisl, Uil con la manifestazione nazionale a Rosarno, un’occasione ulteriore per manifestare a difesa della scuola pubblica che è fondamentale per affermare i valori della legalità, del lavoro e della solidarietà, i tre elementi prescelti per il Primo Maggio 2010. Senza una forte opposizione civile, politica, sindacale che coinvolga le Regioni, l’intero sistema delle autonomie locali, il personale della scuola, i ragazzi e le famiglie, il disegno del ministro Gelmini di “smontare” pezzo per pezzo la scuola pubblica rischia di diventare realtà e produrre effetti fortemente penalizzanti perché il sapere è il fattore determinante per la tenuta democratica e civile del Paese”.
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